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martedì 10 giugno 2008

Ai cattolici questo Pd non va bene. Famiglia Cristiana: "Alla pagliacciata del gaypride gli insulti alla Chiesa e al Vaticano si sprecano".

Strapotere dei radicali e anarchia di valori: è ora di cambiare.
(Apcom) Il settimanale cattolico 'Famiglia cristiana' attacca Walter Veltroni e il suo "partito fantasma" ed auspica che, di fronte ad una "anarchia di valori" promossa dalla componente radicale, il Pd recuperi la sua identità e valorizzi la tradizione cattolica.

"Con i radicali Veltroni ha tradito il Pd e le attese dei cattolici", scrive nell'editoriale del prossimo numero in edicola il giornale dei Paolini. "L'opposizione fatica, il Governo ombra, più mediatico che reale, serve a distogliere l'attenzione dal vero problema del Pd: la sua identità".

L'elenco di errori è lungo per il settimanale cattolico.
"L'anarchia dei valori, teorizzata da Berlusconi, è trasmigrata e ha infettato anche il Pd: vale per la sicurezza, la vita, il testamento biologico, la pace, l'aumento delle spese militari. A eccezione dei cattolici, chi ha sollevato un'obiezione seria contro il reato di immigrazione clandestina?", si legge nell'editoriale. Veltroni "non ha neppure balbettato una critica alla Bonino che ha dato del 'patetico' al Papa, ma al tempo stesso, si fa rappresentare da un suo 'ministro-ombra' alla pagliacciata del Gay Pride di Roma, dove gli insulti alla Chiesa e al Vaticano si sprecano. Ma i cattolici democratici non erano co-fondatori del Pd?".

"Denunciando il 'pasticcio veltroniano in salsa pannelliana' avevamo visto lontano e anticipato l'attuale disagio", ricorda 'Famiglia cristiana'. "Era così difficile capire che con l'ingresso dei radicali nel Pd si tradiva lo spirito originario che aveva portato Ds e l'ex Margherita a fondersi? Non è tempo di sciogliere questa ambiguità e pregare Pannella e soci di accomodarsi fuori? A nostro avviso, ciò sanerebbe il 'peccato originale' di Veltroni e rilancerebbe il Pd. Una parte consistente dei deputati dell'ex Margherita si sta interrogando sul perché della loro permanenza nel Pd, col rischio che possano prendere la stessa decisione degli elettori. Perché dovrebbero fare la 'riserva indiana' nel Pd? Oltre che minoranza, sarebbero minoritari e insignificanti".

"All'assemblea costituente del Pd (20 e 21 giugno), forse, sarà bene interrogarsi sulla leadership e una gestione poco collegiale. Altrimenti, avrebbe ragione padre Sorge", è la conclusione: "Veltroni ha così semplificato la politica italiana da far sparire anche il partito dell'opposizione".
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Il presunto "piano D'Alema" per l'ingresso nel partito socialista europeo non piace agli ex cattolici. Mentre i prodiani attaccano ancora il segretario.
Pse e l'attacco di Famiglia cristiana Due nuovi casi scuotono il Pd.
Dura presa di posizione del settimanale contro la leadership di Veltroni.
"Una parte consistente dei cattolici del partito è stufa di fare la riserva indiana".

(La Repubblica) Acque agitate, in casa Pd. Sono due, i casi che scuotono il partito - al di là delle nuove critiche dell'ala "prodiana" al segretario. Il primo è legato al cosiddetto "piano D'Alema" per l'ingresso nel Pse; il secondo alla durissima presa di posizione di Famiglia cristiana, che invita Walter Veltroni a scrollarsi di dosso l'ala radicale e laicista, altrimenti finirà per perdere una fetta dell'ala cattolica.

Il piano D'Alema. Repubblica svela l'iniziativa dell'ex ministro degli Esteri. Che avrebbe illustrato al capogruppo socialista all'Europarlamento, Martin Schulz, la sua proposta: i deputati Pd aderirebbero al Pse come pattuglia autonoma, indipendente, ma federata, grazie a una modifica dello statuto che consentirà l'adesione di "partiti amici". E mentre il portavoce di D'Alema smentisce, fioccano le reazioni: ad esempio, il deciso "no" di Rosy Bindi. O quello di Marco Follini, responsabile Comunicazione del partito: "Ipotesi lunare", attacca.

Il dilemma di Veltroni. Il segretario nei prossimi tre giorni si dovrà occupare proprio di Europa e di Pse, essendo stato invitato a due conferenze (una a Berlino e una a Napoli) organizzati da Spd, Pse e gruppo del Pse a Strasburgo. Già oggi il leader Pd annuncia una soluzione a ridosso delle elezioni europee, parlando di un superamento delle vecchie ideologie per costruire un nuovo campo riformista anche in Europa.

L'attacco di Famiglia cristiana. Il settimanale cattolico non è certo tenero, con la leadership del Pd. E paventa addirittura una uscita di ex Dl dal partito: "Una parte consistente dei deputati dell'ex Margherita - scrive il giornale - si sta interrogando sul perchè della loro permanenza nel Pd, col rischio che possano prendere la stessa decisione degli elettori. Perchè dovrebbero fare la 'riserva indiana' nel Pd? Oltre che minoranza, sarebbero minoritari e insignificanti. Chi ha più sentito Bobba o la Binetti?". Insomma: "Veltroni ha tradito le attese dei cattolici". E si fa condizionare troppo dai radicali.

Le reazioni al settimanale. Le reazioni del Pd non si fanno attendere. Secondo Antonello Soro, capogruppo dei democratici alla Camera, "non fa un buon servizio ai cattolici, di cui si dice portavoce, un giornale che si esprime con una tale faziosità". Anna Finocchiaro si dice stupita dalla durezza dei toni. Ma soprattutto, l'attacco del settimanale viene respinto con decisione dai cattolici del Pd. Luigi Zanda si dice "mortificato e addolorato per le anticipazioni di Famiglia cristiana sul Partito democratico e sul suo segretario". Fioroni definisce l'editoriale "ingiusto e crudele". Per Rosy Bindi quella di Famiglia Cristiana è "una posizione arretrata". E perfino la Binetti si smarca: "Il mio impegno è dentro il Pd".

Il caso Prodi. C'è anche un terzo argomento, ovvero la presenza dell'ex premier nel partito, a provocare un po' di maretta. L'ex presidente del Consiglio, nonostante le richieste avanzate da Rosy Bindi sul tornare a incarichi nel Pd, non intende ornare sui suoi passi. Intanto tutta la ex area prodiana attacca la linea post elezioni del segretario, e chiede un'ammissione della sconfitta; mentre il quotidiano 'Il Riformista lamenta un eccesso di "liquidità" del Pd. "Certo dobbiamo ancora riflettere molto sulla sconfitta elettorale" ammette la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, "ma la riflessione sulla sconfitta non implica la messa in discussione di Veltroni".

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