I Partiti islamici definiscono la proposta, avanzata da alcuni organi di stampa musulmani, come “grandiosa”. Timori nella popolazione, che vede nell’esercito il garante della laicità dello Stato ed il pilastro della multi-etnicità indonesiana.
( Benteng Reges - AsiaNews) Soldatesse con il velo: è quanto si potrebbe presto vedere in Indonesia, dove  infuria il dibattito sull’influenza dei Partiti islamici nella vita sociale del  Paese e, soprattutto, cresce la preoccupazione per l’avanzata dell’integralismo  islamico verso l’esercito, considerato il garante della laicità dello Stato.   
 
 Le forze militari nazionali indonesiane – conosciute come Tni – sono  considerate dalla popolazione la struttura politica più solida del Paese, immune  da ogni questione settaria e pilastro della multi-etnicità della nazione.  Tuttavia, nel 1995 un rapporto pubblicato dalla stampa nazionale ha dimostrato  la “vicinanza ideologica” di alcuni generali alle forze integraliste musulmane.  Da allora, la questione dell’islamizzazione militare è rimasta all’ordine del  giorno. 
  
 L’idea di far indossare il velo – lo jilbab – alle soldatesse è stata  avanzata da alcuni organi di informazione musulmani, ed ha trovato l’appoggio  incondizionato di diversi leader politici. Secondo Hidayat Nurwahid, presidente  dell’Assemblea consultiva del Popolo, “dato che il velo non influenza il lavoro  militare, non dovrebbe essere proibito. Inoltre, la legge non si esprime in  materia, e quindi lascia il campo libero”. Ali Mochtar Ngabalin, deputato del  Partito “Luna e stelle”, è più chiaro: “Questa è una grande idea”.
  
 I vertici del Tni non si sono ancora espressi in materia. Secondo il  generale Ricardo Siagian, portavoce dell’esercito, “la questione è ancora da  discutere. Vi saranno molti, e seri, confronti prima di esprime un’opinione in  materia”. 
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