Confermata condanna a uomo che aveva creato un indirizzo di posta elettronica utilizzando il nome di una persona diversa.
(La7) Ingannare gli utenti di internet con una falsa identità può aprire le porte del carcere. Lo ha stabilito una sentenza della Cassazione, che ha confermato la condanna inflitta ad un 37enne fiorentino che aveva creato un account di posta elettronica utilizzando il nome di una donna sua conoscente, e tramite quell'indirizzo e-mail aveva aveva poi allacciato rapporti con utenti della rete internet a nome della ragazza, inducendo in errore sia il gestore del sito sia chi navigava in rete. Secondo la Suprema Corte questo costituisce reato perché il ragazzo non solo ha recato danno alla donna, che aveva iniziato a ricevere telefonate da uomini che le chiedevano incontri a scopo sessuale, ma ha leso la pubblica fede, perché, spacciandosi per una persona diversa e per di più di sesso diverso, ha ingannato i numerosi utenti che credevano di avere a che fare con qualcun altro. Ad essere stato violato è l'articolo 494 del codice penale, che prevede fino a un anno di carcere.
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