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sabato 15 dicembre 2007

Bologna, "rambismo al Cassero". Ragazzo minorenne accusa la sicurezza del locale.

Anche un amico all´ospedale, col naso rotto dalla gomitata di un vigilante "Ho avuto paura, mi hanno stretto un braccio al collo e trascinato fuori".

(Alessandro Cori - GayNews) Un ragazzino di 17 anni con l´orbita dell´occhio destro fratturata e un suo amico appena diciottenne con il setto nasale rotto. Il più piccolo è ricoverato al Bellaria, e oggi, molto probabilmente sarà operato. Sono le uniche certezze del giallo che sabato notte è andato in scena al Cassero, il circolo Arcigay di via Don Minzoni. Tutto il resto sembra un mistero. I due amici, uno studente e un cameriere, che erano nel locale con altri coetanei, raccontano una versione ben precisa, parlano di un litigio con un altro avventore del locale, e poi lanciano un´accusa pesante contro gli addetti alla sicurezza del circolo, per un intervento a loro dire molto "pesante". Per il presidente del Cassaro, Emiliano Zaino, e per il capo della sicurezza, le ferite riportate dai ragazzi sono invece le conseguenze di una scazzottata tra due gruppetti di giovani, almeno una quindicina di "scalmanati". La security li ha solo divisi.

I giovani bolognesi, che per andare a sporgere denuncia ai carabinieri, già chiamati quella sera stessa, aspettano l´esito del referto dell´ospedale in cui è ricoverato il minorenne, dicono che l´origine di tutto è stata un litigio a due. Il diciottenne avrebbe iniziato a spintonarsi con un ragazzo straniero di 25 anni dentro il locale, al piano terra, e poi, quando l´amico minorenne s´è messo in mezzo per placare la situazione, alcuni addetti alla sicurezza li avrebbero picchiati. «Ho avuto una paura tremenda - dice il diciassettenne - mi hanno ridotto davvero male. Con altri quattro amici sono arrivato nel locale poco dopo mezzanotte, ma tutto è successo verso le 4. Io volevo solo dividere il mio amico che litigava con quel tipo. Ho visto che si stavano spintonando e ho cercato di fare qualcosa, ma appena sono intervenuto uno della security mi ha messo il braccio intorno al collo e portato fuori, davanti alla sala». Poi, secondo il ragazzo, le cose sono degenerate. «Mi teneva il collo, ero senz´aria, tanto che sono caduto a terra. A quel punto, mi è arrivato un calcio nell´occhio, senza motivo, perché ero già bloccato. Per un po´ non ho più visto nulla. Sono certo che è stato un buttafuori a colpirmi, perché era vestito come quello che mi ha preso. E poi, prima li avevo visti parlottare».

Anche il diciottenne, che aveva litigato con il ragazzo straniero, è sicuro che chi gli ha rotto il naso è un "agente" della sicurezza. «Aveva l´auricolare, sono convinto di quello che dico. Stavo ballando con altri amici, quando un ragazzo mi spinge da dietro e io gli dico ‘passa´. Lui allora mi tira una manata sul naso e allora reagisco con un cazzotto allo zigomo. Poi, ad un tratto - continua il 18enne - un tipo della security mi ha letteralmente sollevato e mi ha dato una gomitata sul setto nasale. Si è rotto così, non con il colpo del ragazzo con cui avevo litigato. E´ incredibile».

Molto spaventati, i ragazzi dicono di aver chiamato subito il 113, che ha girato la chiamata ai carabinieri che già si trovavano al Cassero, al primo piano, per un altro intervento. Uno dei "Soft Angel", i membri del circolo che svolgono la funzione di mediatori nel locale, per evitare che si creino situazione spiacevoli tra i clienti, aveva infatti già contattato il 112 perché alcuni ragazzi erano entrati senza pagare, scavalcando il cancello. Gli uomini dell´Arma, nel loro rapporto non fanno alcun cenno alle accuse lanciate dai due giovani contro il comportamento dei buttafuori, ma hanno identificato 13 persone, tra addetti alla sicurezza e presenti sul posto. I feriti poi, sono stati portati con l´ambulanza del 118 al Maggiore. «Quando sono arrivata all´ospedale, verso le 5 - racconta Franca, mamma del 17enne, mio figlio stava vomitando sangue - Lo so che non è un santo, magari ha fatto qualcosa di sbagliato, ma gli agenti della sicurezza dovevano solo fermarlo e chiamare i carabinieri, non ridurmelo così. I buttafuori devono fare ordine, non disordine. Appena uscirà dall´ospedale andremo a fare denuncia».
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Bologna Il presidente del circolo Arci gay difende i collaboratori "Da sempre in prima linea contro Rambo e violenza" il personaggio.
Sabato notte non era presente, ma l´eco dei fatti che sono accaduti al Cassero, seppur un po´ a fatica, ieri è arrivato anche all´orecchio del presidente del circolo Arci gay, Emiliano Zaino. Lui è sicuro della correttezza dei collaboratori per la security.

«E´ assurda la versione che hanno raccontato i due giovani. Alcuni ragazzi che erano presenti mentre i due gruppetti si fronteggiavano mi hanno riferito come sono andate davvero le cose - dice Zaino - Mi hanno parlato di giovani che letteralmente ‘volavano´ per come si stavano picchiando. Una zuffa impressionante». L´accusa dei due giovani, che parlano di un vero e proprio accanimento dei buttafuori nei loro confronti, scuote davvero il presidente del Cassero, considerando soprattutto che il locale è da sempre in prima linea per promuovere iniziative di sensibilizzazione contro gli atteggiamenti violenti e razzisti. «Una ragazza che lavora al bar, ed era fuori, ha assistito a tutto. Lei per prima ha cercato di mettersi in mezzo per fare qualcosa e per cercare di dividerli - racconta Zaino - ma è stata subito apostrofata con insulti omofobici e parolacce». Poi, aggiunge il presidente del circolo di via Don Minzoni, «è alquanto inverosimile quello che dichiara il diciassettenne. Non esiste che addirittura due buttafuori si siano precipitati a fermare solo lui. Impossibile. Abbiamo scelto la Marte Service perché sappiamo come lavora».

Zaino, poi, pone l´accento su quello che considera un problema di fondo. «Siamo un circolo gay-lesbo, un locale particolare, non tutti lo capiscono, certe persone vengono qui solo per provocare e pensano di poter fare tutto quello che vogliono. A Bologna negli ultimi anni sono stati chiusi diversi locali e centri sociali, non ci sono più luoghi di ritrovo e qui si è creata una situazione limite. Come mi è stato detto, questi ragazzi lanciavano contro i nostri operatori insulti pesantissimi. Una cosa che succede spesso».

Per Zaino quindi, è fuori discussione che una vicenda del genere si sia verificata, «un comportamento come quello descritto dai due ragazzi, da parte della security, andrebbe contro tutte le ragioni per cui il Cassero è stato fondato. Basti pensare che solo tra pochi giorni, ripartirà proprio da qui la campagna dedicata alla non violenza delle Sexy Shock. Ripeto, ci siamo rivolti a questo gruppo di addetti alla sicurezza perché ci fidiamo di loro. E poi c´erano i nostri occhi a vigilare».

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