(Paolo Rodari - Il Riformista) Una campagna che dal cuore della cattolicità, il Vaticano,  vuole arrivare in ogni remoto angolo della terra. Una campagna urgente e per  certi versi drammatica a cui oltre Tevere si spera aderiscano, con discrezione e  dedizione, il maggior numero di fedeli possibile.
Una campagna i cui  contenuti sono esposti in una breve lettera datata 8 dicembre 2007, festa  dell’Immacolata Concezione, alla quale è stato allegato un pamphlet di  trentaquattro pagine ricco di immagini, approfondimenti, testimonianze.
La  lettera è firmata direttamente dal responsabile del “ministero” vaticano che si  occupa del clero, il cardinale brasiliano Claudio Hummes, e dal suo vice,  l’arcivescovo Mauro Piacenza, ed è visionabile sul portale della stessa  congregazione retta da Hummes: www.clerus.org.
Il  suo scopo è nel primo capoverso: si chiede a tutte le diocesi del mondo di  creare «veri e propri cenacoli» in cui i fedeli si dedichino anima e corpo,  spirito ed energie, all’«adorazione eucaristica continuata, nell’arco delle  ventiquattro ore» al fine di riparare «alle mancanze dei preti» e, insieme, per  sostenerli nella strada verso la santità.
L’iniziativa è proposta a tutti ma  in particolare alle «anime femminili consacrate» affinché, seguendo l’esempio di  Maria, adottino «spiritualmente sacerdoti per aiutarli con l’offerta di sé,  l’orazione e la penitenza».
Si tratta, dunque, di una vera e propria chiamata  a una mobilitazione generale. Perché attraverso la preghiera le colpe dei  sacerdoti vengano espiate. La loro vita si diriga verso ciò a cui deve tendere,  e cioè la santità. Affinché i preti «sempre meglio servano a Lui e ai fratelli,  come coloro che, a un tempo, stanno “nella” Chiesa ma, anche, “di fronte” alla  Chiesa tenendo le veci di Cristo e, rappresentandoLo, come capo, pastore e sposo  della Chiesa».
Sono passati poco più di dodici mesi da quando, neo  responsabile della congregazione per il clero, Hummes spiazzò le gerarchie  vaticane offrendo nel corso di un’intervista al quotidiano brasiliano Estado do  Sao Paulo una sua soluzione al problema - da sempre presente nella Chiesa - di  quei sacerdoti che non riescono a vivere la castità come dovrebbero. Hummes  parlò esplicitamente di abolire il celibato sacerdotale, salvo poi tornare sui  suoi passi attraverso una dichiarazione ufficiale rilasciata tramite la sala  stampa vaticana: «La questione del celibato sacerdotale - disse - non è  attualmente all’ordine del giorno delle autorità ecclesiastiche».
Sono  passati poco più dodici mesi da quell’intervista che fece sobbalzare il cuore di  chi tanto aveva fatto per suggerire al Papa il nome del porporato brasiliano per  sostituire al clero il colombiano Darìo Castrillòn Hoyos. Ma oggi, la  lettera di Hummes, rivela la convinzione che, per supplire alle mancanze dei  preti, non serva tanto “liberalizzare” il matrimonio, ma occorrano casomai  suppliche e sacrifici da consumarsi preferibilmente in modo silenzioso  attraverso preghiere nascoste all’interno dei templi di  Dio.
Evidentemente non sono poche le vocazioni dei sacerdoti nel  mondo che attraversano periodi che si potrebbero definire difficili. E,  evidentemente, queste situazioni non sono sconosciute alla congregazione per il  clero. Di qui, la richiesta di mettere in atto una rivoluzione silenziosa la  quale, a onor del vero, già fu abbracciata nel corso della bimillenaria storia  della Chiesa da tanti fedeli.
Il pamphlet allegato alla lettera di Hummes  rende testimonianza della vita di tante persone che, come  disse Benedetto XVI il 14 settembre 2006 incontrando i sacerdoti e i diaconi di  Freising, «scuotono il cuore di Dio» e in cambio ricevono dal  «padrone della messe santi operai».
Si tratta di semplici fedeli, tra questi  parecchie donne, che tramite la preghiera continuata hanno deciso di assumere su  di sé l’intera esistenza dei sacerdoti, peccati inclusi.
Lo disse anche san  Pio X (1835-1914), al secolo Giuseppe Sarto, quando rivelò come un giorno sua  madre, baciandogli l’anello vescovile, gli disse: «Sì, Peppo, però tu adesso non  lo porteresti, se io prima non avessi portato questo anello nuziale».
Lo  disse anche il cardinale Nicola Cusano (1401-1464), filosofo e matematico  tedesco, poi vescovo di Bressanone che spesso i sacerdoti, nonostante i loro  peccati, vivono grazie al potere dell’abbandono, della preghiera e del  sacrificio delle madri spirituali nel segreto dei conventi.
Lo disse anche il  barone Wilhelm Emmanuel von Ketteler (1811-1877), vescovo di Magonza, quando  raccontò che un giorno vide in sogno Gesù e innanzi a lui una suora che alzava  le mani in posizione d’implorazione: «Ella prega ininterrottamente per te», gli  disse Gesù in sogno. Ketteler, svegliatosi, decise di farsi prete e, anni dopo,  quando già era divenuto vescovo, per caso incontrò, in visita a un convento,  «l’ultima e la più povera conversa» intenta a pulire una stalla. La suora lo  guardò e lui riconobbe il volto di colei che anni addietro aveva sognato. Capì  che era diventato ciò che era grazie a quella suora. Era stata lei, per per  tutta la sua vita, a pregare per lui, per le sue colpe, per la sua  santificazione.
Alle Europee con lo sbarramento al 5%. Barricate da sinistra.
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