Per il centro che cura le dipendenze i malati in provincia sono 14 mila.
(Luca Marognoli - Trentino) Non solo polvere bianca. I trentini sono schiavi del gioco e drogati dallo shopping, ossessionati dal cellulare e imbrigliati nella rete del sesso virtuale. Si chiamano “dipendenze comportamentali” e in provincia colpiscono, secondo una stima, fra le 13 e le 14 mila persone. E’ un quadro a tinte fosche quello dipinto dal professor Cesare Guerreschi, fondatore, presidente e direttore clinico della Siipac, la Società italiana interventi sulle patologie compulsive.
Il centro ha aperto la sua filiale trentina il primo aprile a Zambana. «Da allora sono state circa 50 le richiesta di trattamento. Centinaia le telefonate per avere informazioni». Siamo di fronte a vere e proprie malattie, con conseguenze spesso invalidanti.
Le dipendenze più diffuse. Il professor Guerreschi non ha dubbi: «Senz’altro il gioco d’azzardo, poi la “mobile addiction”, o dipendenza dai cellulari, e la internet addiction con la triade cybersex, chat erotiche e pornografia. E molto lo shopping compulsivo».
Incubo slot. I giocatori incalliti rischiano di rovinare se stessi e le proprie famiglie. Ma Guerreschi ammette che c’è stato un miglioramento. I videopoker sono stati esclusi con legge governativa del maggio 2004. Da allora hanno preso piede le slot machine, con vincite fino a un massimo di 50 euro. «Nel passaggio dal far-west che c’era prima, bisogna dare atto allo Stato di avere fatto molto. Ha sottratto gran parte del gioco all’illegalità e alle bische clandestine». L’Oms stima che a livello mondiale il gioco d’azzardo interessi tra l’1,5 e i 3% della popolazione adulta.
La droga del lavoro. Fra le dipendenze emergenti e più subdole c’è la “work addiction”. «Aziende grandi e piccole, istituzioni pubbliche e private ci chiedono aiuto», dice il professore. «Nasce come dipendenza che noi chiamiamo “ben vestita”, appartenente a colletti bianchi e manager». Queste persone quando entrano in azienda vengono magnificate perché si impegnano molto, ma l’impegno diventa una malattia. I disturbi sono psichici e di tipo organico: «Mangiano e bevono poco fino ad arrivare a un deperimento organico. Sull’altro fronte accusano ansia, agorafobia e soprattutto depressione». La media globale (e del Trentino) è dell’1%, ma fanno eccezione Israele, con il 10%, e il Giappone, con il 12% e 60 morti l’anno.
Cellulari che scottano. E’ la dipendenza che più preoccupa a pari passo col gioco. «Abbiamo compiuto grandi interventi in Alto Adige e Lazio», dice Guerreschi. «Intendiamo farlo anche in Trentino». In Italia ci sono 63 milioni di cellulari, più della popolazione complessiva. «Oggi non basta il cellulare, ma si cerca quello umts, con videocamere, per le chat... Si vive col cellulare in mano. C’è chi struttura anche patologie alle mani». Percentuale di malati: 4,5%-5%.
Il sesso? Si fa sul web. Secondo la Siipac la pornografia è la dipendenza «più devastante: ci sono persone che praticano la masturbazione per 5 o sei ore di seguito». Colpisce 6 milioni di italiani e i trentini per Guerreschi sono 4-5 mila. Diffusissime le chat erotiche. Luoghi virtuali in cui «ci si incontra, ci si vede, si fanno delle cose insieme. Ci si può isolare in una camera, dove uno suggerisce all’altro cosa fare». La stima in provincia: 15 mila dipendenti. Infine il cyber sex: qui non ci si vede, ma tutto si limita alla scrittura. Ognuno interpreta un ruolo. Interessa 10 mila trentini. Il dato globale delle dipendenze dal web è del 4-5%.
Quali terapie. Alla Siipac viene proposto un programma multimodale basato su due piani di intervento: uno psicologico con una serie di psicoterapie (individuale di coppia, familiare, psicoeducazionale, ecc.), un altro farmacologico. «I dipendenti hanno problemi legati ai disturbi dell’umore. I farmaci usati sono gli Ssri, che agiscono sulla ricaptazione della serotonina». La Siipac ha sede in via Degasperi 27, a Zambana. Nel centro operano quattro persone, tra psicologi, psichiatri e psicoterapeuti ed è aperto dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30. I costi? «Il trattamento è alla portata di tutti», dice Guerreschi. «Siamo una Onlus e se qualcuno ha problemi economici cerchiamo di venirgli incontro».
-
Nessun commento:
Posta un commento