Il primo cambio di sesso avviene all’età di 39 anni. Con una spesa di 80mila dollari, Michael diventa Michelle, mantenendo il pene. Seno nuovo, zigomi più femminili, naso rifatto. Nel 2005, però, si rende conto che quella era una maschera. “Dentro ero la stessa persona”. Poi sono arrivate le droghe, la bulimia. Fino a quando un amico non lo porta in una chiesa (protestante), molto aperta ad accogliere gli omosessuali in difficoltà. Qui matura l’idea di tornare uomo. Via il seno, e via con un’altra operazione di rimodellamento del volto. Gli unici ricordi, oggi, di quel passato sono nello sgabuzzino: una parrucca e uno specchio di fronte al quale Michelle si truccava. I genitori hanno smesso di parlargli quando è ri-diventato Michael. “Dove voglio andare? Forse devo trovare la donna giusta per me”. Non lavora, e va avanti con i soldi che gli dà il padre e l’assistenza sociale per un incidente al ginocchio. “Vivo giorno per giorno, senza farmi troppe domande”. Vorrebbe scrivere un libro o tornare all’università, per studiare psicologia.
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