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giovedì 22 novembre 2007

La Chiesa e il corista gay. Gli Italians di Beppe Severgnini su Il Corriere della Sera.

Caro Severgnini e cari Italians,
ma la caritas cristiana, e quindi la Chiesa Cattolica non dovrebbero prescindere da ogni discriminazione di pelle, politica, culturale, etc? Ogni pecorella è accolta assieme al figliol prodigo, si proclama in base all'insegnamento di Cristo. Ma poiché all'epoca di Gesù non si parlava di omosessuali e nei vangeli non se ne vede traccia, essi non esistono. E se per caso esistono vanno combattuti, persuasi e convinti del loro "errore", e dove si può, esclusi. E bravo il prete che non ha riammesso il corista gay fra le voci possenti dell'osanna, per te non c'è posto, e poi che cattivo gusto quello di andare in TV ad esternare, ma non si fa, che figura ci faccio io che ti metto nel coro fra la gente normale, e così via. Caro Severgnini, fra le righe delle lettere che arrivano e che pubblichi, non ho visto commenti a questa splendida manifestazione di carità cristiana. Eppure non è che uno dei tanti esempi negativi che sbocciano dai figli del Vaticano in questo periodo. Eppure la domanda resta semplice, e perciò esige una risposta precisa e scevra dai soliti bizantinismi: come si concilia l'amore universale per il prossimo con l'ostracismo per una pecorella, il cui smarrimento è tutto da dimostrare? Certo non devi essere tu a rispondermi, ma sono certo che nessun ecclesiastico si prenderà la briga di mandarmi due righe, tanto per spiegare il proprio punto di vista. Un caro saluto,


Beppe Cardile , beppe.cardile@libero.it

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