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giovedì 22 novembre 2007

I Brambilla boys alla conquista del Veneto.

Giovani e pronti a cambiare la politica: «Finalmente a casa i parrucconi». E intanto An intima ai suoi iscritti di scegliere dove stare.

(Simonetta Zanetti - Il Mattino di Padova) Dopo l’euforia, paura. E confusione. Nemmeno il tempo di esaurire la sbornia di applausi per il futuro concepimento del partito della Libertà che in Forza Italia parte la “sindrome di San Silvestro”, il terrore sinistro di fare la fine del vecchio coccio la notte di Capodanno, defenestrato dopo anni di fedeli servigi, per far spazio alle nuove stoviglie. Nel suo show il cavaliere l’ha detto: basta con i vecchi parrucconi, è il momento dei giovani. Che non aspettavano altro. E rincarano la dose. Lo conferma il 21enne Mattia Perencin uno dei boys veneti di Michela Vittoria Brambilla - assieme a Enoch Soranzo (Padova) e Valerio Corradi (Verona) - in qualità di portavoce dei circoli del Trevigiano e, a suo dire, il più giovane in assoluto a ricoprire questo ruolo: «E’ passata la linea di mandare a casa i parrucconi per fare spazio a volti nuovi, sotto i 40 anni, e al tempo stesso credibili - sostiene Perencin già presidente del circolo Facca di Soligo - finalmente lavoro e trasparenza che ci contraddistinguono vengono premiati». Guardano al futuro carichi come molle, i boys veneti ma, buone intenzioni a parte, nessuno sa ancora cosa accadrà. Quasi tutte le domande non hanno ancora una risposta: che fine farà Fi, ingloberà nuovi alleati fino a scoppiare? E secondo quali gerarchie si confronterà con loro? Chi eleggerà chi? «Molte cose non sono chiare nemmeno a noi - prosegue Perencin - stiamo aspettando direttive, così come tutti gli iscritti a Fi. In queste ore si sta verificando un vero e proprio assalto alla diligenza dei “vecchi” dirigenti nell’estremo tentativo di riciclarsi per conservare la poltrona». E come la mettiamo con i nomi importanti, che in Veneto hanno fatto la storia del partito di Berlusconi? Cioè: che si fa con Galan, difeso a spada tratta - ce ne fosse bisogno - dai circoli del Buon governo? «In questi 15 anni ha amministrato benissimo - prosegue Perencin - per cui gli auguro di andare avanti, magari investendo di più sui giovani quando farà la sua prossima squadra. Certo tre legislature non sono poche. Forse potrebbe continuare a dare il suo contributo facendo un passo indietro, come fanno molti grandi registi, e lasciando a noi giovani la possibilità di crescere».
E mentre il popolo che guarda a Berlusconi - sia esso di diretta discendenza azzurra o figlio dei circoli della Brambilla o di Dell’Utri - si interroga sul suo futuro, anche gli alleati della Cdl si dibattono nell’incertezza e, nel dubbio, mettono le mani avanti. Sabato in sede di coordinamento regionale An porrà i suoi iscritti di fronte a una scelta: superato il senso associazionistico dei circoli, i militanti dovranno scegliere dove stare. «Noi lo dicevamo da tempo che i circoli erano uno strumento ad uso e consumo di Fi o meglio di Berlusconi - conferma il consigliere regionale Piergiorgio Cortelazzo - al tempo le adesioni sono state fatte in virtù di uno spirito unitario all’interno della Cdl ma questo non significa che il passaggio al nuovo partito sia altrettanto automatico». Proprio dal partito di Fini arriva il portavoce dei circoli di Padova Enoch Soranzo, 34 anni. Se la sua investitura suona già come una scelta di svolta, lui tuttavia, prova a glissare: «Spero che il partito comprenda le esigenze che arrivano da un tessuto sociale che si è rivelato particolarmente ampio - sostiene - del resto le istanze poste dalla gente sono inconfutabili ed invitano a superare i vecchi schemi, lasciando spazio a chi ha voglia di spendersi sul campo». I giovani scalpitano e i «vecchi» fremono. Pertanto, se da un lato è quantomeno inverosimile che il ruolo di Giancarlo Galan possa essere messo in discussione, al sottobosco della politica che in questi anni ha viaggiato sfruttando venti favorevoli, non resta che munirsi di scarpe comode e tornare in piazza a raccogliere consensi. I criteri di organizzazione del nuovo partito - ancora inesistenti - tornano ad essere essenziali ben oltre i nomi. «La scelta del sistema elettorale è fondamentale - garantisce il consigliere regionale Leonardo Padrin cercando di mettere un po’ d’ordine nel delirio collettivo - bisogna capire se si vuol dare alla base l’opportunità di scegliere attraverso le primarie o se invece si riterrà di percorrere la strada della nuova legge elettorale, puntando sulla preferenza. I tempi non saranno così immediati. Più apriamo alla partecipazione, più facile sarà mettere fine alla casta». Al popolo azzurro non resta che aspettare nuove indicazioni: «Stiamo ancora cercando di capire il senso e le possibilità dell’ultima invenzione del presidente Berlusconi» sostiene Stefano Svegliado, coordinatore provinciale uscente a Padova «I parrucconi stanno facendo di tutto per non perdere il treno. Credo che sia importante non bloccare questa ondata di democrazia e che i congressi, così come i tesseramenti, rappresentino una prima fase della trasformazione di Fi da “partito di plastica” a “partito vero”. E che non verrà buttato a mare niente».

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