Ma cosa ne pensa Nicola Storto, ovvero la matita che l’ha creato? Panorama.it ha sentito questo giovane 25enne molisano, che fa il designer presso l’agenzia InArea che ha curato tutto il format dell’operazione.
Storto, a 25 anni se l’aspettava di vincere?
Beh, no di certo. Ma quando abbiamo iniziato ci ho sperato.
Avete fatto una gara?
È stato un concorso di idee.
Quante agenzie concorrevano?
Credo 5.
Tutti giovani?
Sì.
E la scelta finale? Chi ha dato il “Visto, si stampi”?
Walter Veltroni in persona.
Quindi voi portavate i bozzetti aspettando che al segretario si accendesse la lampadina?
Diciamo che procedevamo a scaglioni. Glieli facevano vedere un po’ alla volta fino ad arrivare a quello che gli è piaciuto di più. Li raffinavano di volta in volta.
Quali indicazioni vi ha dato Veltroni?
Leggerezza, modernità e contemporaneità. Ma sempre mantenendo il legame con il passato storico dell’Italia.
Tutti soffermano l’attenzione sul tricolore.
Beh, è la mia invenzione.
Perché il richiamo alla bandiera nazionale?
Perché ha le caratteristiche che ci avevano richiesto: nel tricolore c’è l’Italia intera. Ed è un simbolo facilmente riconoscibile da tutti e ben memorizzabile.
Storto, lei vota Pd?
Certo. E d’ora in poi metterò la croce sul mio simbolo…
Il 14 ottobre è andato a votare alle primarie?
No.
Quanto si metterà in tasca dopo questo bagno di notorietà?
Io lavoro per la mia società. Ho uno stipendio.
Allora ci dica quanto hanno pagato l’agenzia?
Non lo so.
Non ci crediamo.
Vabbè, non posso dirlo.
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