PRATO. ORGANISTA IN DUOMO E GAY. «MA QUI NESSUNO CRITICA» Samuele suona e restaura organi antichi. Ha fatto coming out senza scalpore.
(Fra. Go. - Il Tirreno) Se fosse vissuto a Este, in provincia di Padova, probabilmente Samuele Cannicci avrebbe dovuto smettere di suonare l’organo in chiesa. Perché anche lui, come il suo quasi coetaneo Alberto Ruggin che ha fatto outing al programma di Paolo Bonolis “Ciao Darwin”, ha da tempo dichiarato la sua omosessualità.
Ma in chiesa continua a suonarci, mentre al giovane padovano, il parroco ha chiesto di non cantare più nel coro della chiesa.
«Nessuno mi ha mai detto di andarmene - dice Samuele - probabilmente perché mi vedono soltanto come una persona. Io sono solo Samuele e suono l’organo. Punto e basta».
Samuele Cannicci ha 23 anni e da un paio ha affrontato la sua omosessualità. Lo ha detto prima agli amici, tutti etero, poi ai suoi genitori. «I miei genitori hanno accettato la mia omosessualità - racconta - e non mi sono mai sentito diverso dai miei amici, perché sono stati loro a non farmi pesare il fatto che avessi dei gusti sessuali diversi dai loro. Vivo la mia omosessualità in maniera molto tranquilla e ovviamente non me ne vergogno».
Con un diploma di organaro in tasca, Samuele restaura e ricostruisce strumenti musicali antichi. E a Prato, da anni, suona gli organi antichi che si trovano nelle chiese della città.
«Ho iniziato a suonare l’organo da bambino - racconta - e sono un autodidatta. A Prato sono pochissimi gli organisti che sanno suonare strumenti antichi. Io ho iniziato con un organo elettrico, ma poi mi sono appassionato agli strumenti antichi. E ormai, dove c’è un organo antico, ci sono io a suonare. Anche per la celebrazione delle messe in latino».
A Prato, dove le voci circolano veloci, l’omosessualità di Samuele non è un mistero. Ma mai nessuno, ha avuto da ridire. «Soltanto quando ho partecipato alla manifestazione contro Bagnasco a Pistoia - dice - e la mia immagine con la tiara in testa è finita in tv e sui giornali, un parroco la domenica mattina alla messa mi ha portato un libro, consigliandomi di leggerlo». Il titolo: “Io speriamo che resto cattolico”, e sulla copertina l’immagine dei due putti di Raffaello, uno placidamente appoggiato sulla sua manina, l’altro con le corna e la coda da diavoletto.
«Volevo restituire il libro al parroco - aggiunge - che però ci teneva a regalarmelo. Ce l’ho ancora, ma non l’ho letto. Ma anche in quell’occasione, non mi ha detto niente né sulla manifestazione nè sulla mia omosessualità. Mi ha soltanto regalato quel libro. Sono cattolico e gay, ma voglio che chi mi conosce mi consideri e mi giudichi soltanto perché sono Samuele, non perché sono gay o perché faccio l’organaro».
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