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mercoledì 21 novembre 2007

conti in tasca (la farsa dei 7 milioni di firme).

(Fratelli d'Italia) Allora. Berlusconi sostiene di aver raccolto 7.027.734 firme (6.800.000 nei gazebo, 71.580 via telefono e 156.154 su rivotiamo.it). Bene. A Verona, per bocca del coordinatore cittadino di Forza Italia Giorgio Gugole, ne sono state raccolte poco più di 8.000. A fare il conto più favorevole possibile a Berlusconi, il rapporto tra firme e popolazione, 8.000 / 256.541, è uguale a 0,03. Il 3%. Rapportato su scala nazionale il 3% di 58.147.733 è 1.744.432. Un milione e settecentorotti mila.

C’è però che Verona, ricco Nord Est non certo amico del governo Prodi, sia una città solidamente di destra o, per lo meno, non di sinistra. Alle ultime comunali il candidato del centrodestra Flavio Tosi è stato eletto con il 60,75% dei voti. Ciò significa che, seppur questi calcoli siano ovviamente da prendere con le pinze perché Verona non è certo un campione statistico perfetto per l’Italia, è fortemente probabile che la percentuale di firmatari a Verona sia maggiore rispetto alla media nazionale. Per cui, ipotizzato che le 8.000 firme a Verona rappresentino il 60,75% dei consensi veronesi, e correggendo il dato per ricondurlo ad una media pilatesca nazionale del 50/50, otterremo 6.584 firme. Su 256.541, per 58.147.733 uguale un milione e mezzo di firme.

Che, signori, sarebbe pur sempre un degno risultato. Il fatto è che, se sulla base di un calcolo onesto, è probabile che le firme siano un milione e mezzo, ma me la si vuol menare che siano 7 milioni, per quale motivo dovrei ritenere che le firme veronesi siano 8 mila e non mille?

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