(Vecchi froci) Distrutto dalla stanchezza, torno a casa e l’occhio mi cade su Bonolis e ripenso a quello che scrive Paolo Colonna sul ragazzo iscritto a Forza Italia che il suo parroco ha fatto fuori e che oggi spopolava e sconcertava tutti noi sui giornali (ripenso anche a quello che scrive Paolo sui “gay di destra”).
Mi metto lì, voglio capire, ma poi, davanti alla gara alla “giochi senza frontiere” tra etero e gay, sulla corsa del triciclo, il lancio del prosciutto, l’arrampicata sulla rete e il rodeo del toro di cartone, mi è presa l’angoscia, col tabellone dei punteggi diviso in due campi, etero e gay. Forse anche perché il concorrente gayo, grasso come un leone marino, incarnava uno stereotipo di “frocio imbranato”, che si faceva dire da Bonolis, “lei è ingrifato”.
Ce l’avessero dato almeno atletico il rappresentante di categoria. In ogni caso non lo reggo, lo show del coming out catodico. Mi sento vecchio e spiazzato, non era questa la cittadinanza che mi figuravo di avere.
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