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mercoledì 21 novembre 2007

Donne e violenza: Sabato a Roma manifestazione nazionale.

Hanno aderito migliaia di cittadine e 400 realtà associative.

(Apcom) - Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita. La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) o dall'ambito familiare. Oltre il 94% non è mai stata denunciata. E' da questi dati, raccolti in un appello via internet (sul sito www.controviolenzadonne.org), che è partito, da un gruppo di donne di Roma nel mese di ottobre, un tam tam sulla rete che ha portato ad indire una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne per sabato prossimo, 24 novembre.

All'appello hanno aderito migliaia di singole cittadine e circa 400 realtà associative femminili, femministe e lesbiche, Centri antiviolenza, Giuriste democratiche, donne dei movimenti, dei partiti e dei sindacati. Ci saranno le sottosegretarie al ministero per le pari opportunità, Donatella Linguiti e Chiara Acciarini. Ad annunciare la sua adesione anche il ministro per le pari opportunità, Barbara Pollastrini e il ministro della Salute Livia Turco, Rita Borsellino, il sottosegretario Rosa Rinaldi, la vicepresidente del parlamento europeo, Luisa Morgantini.

Molte le donne di Prc, Sd, Cgil, Udi, Arci, associazioni di donne afghane e marocchine, i Giovani socialisti, le Donne in nero, Amnesty International, l'Arcigay. Tra le artiste Franca Rame, Lella Costa, Fiorella Mannoia, Serena Dandini.

Il corteo sfilerà tra le strade del centro storico di Roma e partirà alle ore 14 da Piazza della Repubblica per lungo via Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, largo Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via delle Botteghe oscure, largo di Torre Argentina, corso Vittorio Emanuele e via della Cuccagna per arrivare in piazza Navona. Ad aprire il corteo, uno striscione: "la violenza degli uomini contro le donne comincia in famiglia e non ha confini".

L'aggressività maschile, si legge nel comunicato inviato dalle organizzatrici, è stata riconosciuta (dati Onu) come la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne in tutto il mondo. "La sicurezza delle donne non può quindi essere ricondotta ad un problema di ordine pubblico, né tantomeno legittimare provvedimenti di stampo repressivo o razzista. Senza un reale cambiamento culturale e politico che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo - conclude l'appello - non può esserci salto di civiltà".

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