L'azienda a zero stress. Carrara. Palestra, tv, filodiffusione nei bagni e un’oasi verde. Il progetto realizzato entro l’estate. Insieme a dieci assunzioni. La rivoluzione dei cantieri Cerri: così gli operai lavorano meglio.
(Alessandra Vivoli - Il Tirreno) E’ il sogno di tutti gli operai. Immaginate di arrivare in cantiere passando sotto la frescura di venti querce e un prato all’inglese. Trascorrere la pausa pranzo in piscina fra cromoterapia, sauna e bagno turco. Mangiare in una mensa con cucina stile «San Lorenzo», il ristorante inglese amato da Madonna e dai coniugi Blair, dove i piatti precotti sono banditi e si cimentano in pietanze prelibate tre chef ogni giorno.
Aggiungeteci la filodiffusione nei bagni, e la palestra con macchine dell’ultima generazione. Più tre televisori da 50 pollici nell’angolo bar, per permettere a tutti di seguire i telegiornali.
No, non è un’utopia: questa è la ricetta dei cantieri Cerri spa che, nel loro insediamento di 6500 metri quadrati in ex area industriale alla periferia di Carrara, lanciano l’azienda modello. Con tanto di giardino in costruzione che si staglierà proprio nel cuore di una selva di capannoni e segherie.
Nel cantiere Cerri il luogo di lavoro deve essere a stress «zero». Perché così, sembra l’uovo di Colombo, «si produce di più e meglio».
L’idea è del patron milanese Carlo Cerri e del suo direttore, il viareggino Adone Pucci. Una nuova avventura per uno che di fare impresa se ne intende: nel 1981, infatti, Cerri importò dall’Inghilterra i corrieri urbani, gli antesignani dei pony express. Creò un marchio, «Moto taxi» e aprì sedi in 30 città italiane, da Venezia a Palermo. Nel 1999 vende tutto a Poste italiane e si lancia nella nautica: che è la sua grande passione perché, da buon milanese, la barca l’ha sempre avuta.
Nel 2003 nasce il Cantiere Cerri: un’azienda in espansione che oggi vanta 16 dipendenti destinati a diventare 26 nel giro del prossimo anno, e un «venduto» di 4 barche l’anno: gioiellini da 25 o 31 metri che hanno un prezzo di mercato che va dai 4 agli 8 milioni di euro.
Ma non c’è solo marketing. Carlo Cerri e Adone Pucci, con sintonia e grande passione, vogliono che il primo biglietto da visita di un cantiere che si è fatto spazio fra i colossi (Rodriguez, Azimut e Benetti) puntando tutto sulla qualità, rispecchi questa attenzione al meglio anche a livello di organizzazione del lavoro. Ed ecco la sfida: creare un cantiere dove, fra un turno e l’altro si possa fare l’idromassaggio e il bagno turco.
Dimenticatevi i turni di lavoro massacranti, i volti tirati e la corsa per uscire dalla fabbrica. I cantieri Cerri tentano un esperimento innovativo: l’azienda diventa un luogo nuovo, tutto da vivere. Il progetto ha già gambe: è stato illustrato con grande passione dal direttore dei Cerri, Adone Pucci, e sarà realtà fra pochi mesi, per l’inizio della prossima estate.
«Vogliamo che chi lavora da noi lo faccia in un ambiente il più possibile accogliente e rilassante - spiega Pucci - Siamo convinti che questo alla fine premi anche sotto il profilo della produttività. Per i nostri dipendenti, come per i nostri clienti, vogliamo il meglio. E’ questo che ci deve contraddistinguere e a cui puntiamo con tutte le nostre energie». Di sicuro anche finanziarie (di questo Carlo Cerri preferisce non parlare) visto che questo distaccamento della nautica approdato a Carrara perché, come dice con franchezza il patron Carlo Cerri, «a Viareggio non c’erano più spazi», di strada ne ha fatta parecchia.
E’ partito nel 2003 con un capannone e 2 dipendenti: oggi sono sedici. Le squadre che abitualmente ci lavorano, da ditte esterne, contano una cinquantina di uomini in media. Insomma un piccolo esercito. Per cui sarà allestita una mensa da gran gourmet: nella cucina perfino gli infissi sono stati studiati nei minimi dettagli, sono in acciaio spazzolato, come nei più grandi ristoranti.
E, se è vero che l’ingresso è il biglietto da visita di un’azienda, ai cantieri Cerri hanno pensato anche a questo: sono state già piantate 20 querce da mille euro l’una nell’area antistante i capannoni e presto sarà allestito anche il giardino con il prato all’inglese: un piccolo polmone verde che si ritaglierà il suo prezioso posto fra segherie e grandi aziende. In piena area industriale. E anche questo è un piccolo miracolo
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