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giovedì 25 ottobre 2007

E i Trans napoletani urlarono: vulimm 'o posto!

Si chiama ATN, acronimo che fa pensare ad una municipalizzata di mobilità urbana. E, invece, sta per Associazione Trans Napoli, dove Trans non indica appunto trasporti ma chi ha fatto una scelta di vita diversa da quella che Madre Natura aveva immaginato e imposto. Nasce a Napoli ed è la prima gestita interamente da Transessuali, cioè autonoma da gay e lesbiche.
C'è lo statuto e già 50 iscritti. E ci sono obiettivi precisi e rivendicazioni nette. Si va dall'affermazione del diritto all'identità di quanti si riconoscono transessuali, all'attivazione di linee telefoniche per informazioni fino ad attività di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. Ma il Corriere del Mezzogiorno, il dorso campano del Corsera che oggi da la notizia, sottolinea un punto determinante del programma dei Trans Associati: le quote rosa anche per loro.

Carmen, al secolo Giuseppe Russo (da non confondere con il consigliere regionale DS, oggi PD), spiega: «Noi ci sentiamo donne a tutti gli effetti. Subiamo una discriminazione strisciante da parte delle istituzioni, forse peggiore della discriminazione più esplicita e volgare».
«Il risultato - aggiunge Peppe Carmen Russo - è che non si aprono sbocchi lavorativi di alcun genere. Perciò tanti transessuali sono costretti a prostituirsi o a rimanere segregati in casa, in famiglia, privati di una crescita professionale e sociale. La prostituzione a questo punto non assume i contorni di una scelta libera perchè diventa un passaggio forzato, obbligato. Per sopravvivere». Questo, aldilà della facile ironia, è sicuramente un problema.
In una lettera inviata a Bassolino e Iervolino, Peppe Carmen Russo si domanda: «Non siamo mai ricompresi nelle quote. Perché?».
Già, perché?

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