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giovedì 25 ottobre 2007

Milano: La Pinacoteca più pazza del mondo.

Mutanti" realizzata al computer dall´artista Nicola Artico.
I personaggi di oggi protagonisti dei capolavori del passato .

Daniela Santanchè è una feroce Giuditta, il rugbista Locicero diventa papa Leone X.
Tra gli angeli della Cappella Sistina di Michelangelo spunta Piero Chiambretti.

(Simone Mosca - L'Espresso) Non è semplice inquadrare l´indole di una persona celebre cercando di coglierne soltanto i tratti essenziali. E così l´artista Nicola Artico, 38 anni, originario di Portogruaro, che in questi giorni espone alla Galleria Blanchaert la sua collezione di Mutant Canvas, per aiutarsi ha letteralmente infilato politici, giornalisti, creativi e sportivi dentro ai quadri. Tele famosissime. Icone della storia dell´arte in cui volti noti del nostro tempo si muovono e prendono vita, interagendo innaturalmente sovrapposti con i manichini ad olio dei soggetti originali. Miracoli del montaggio in digitale e del vecchio chroma key, lo schermo blu di fronte al quale si recita a vuoto in attesa che un computer aggiunga il resto.
Un gioco furbo, da artista di corte quello di Artico e delle sue "tele mutanti", in cui sono stati gli stessi personaggi coinvolti a scegliere l´ambiente del proprio ritratto, trasformandosi in committenti. Il risultato, oltre che spassoso, è sorprendente. Sui piccoli monitor dell´allestimento, si assiste a folgoranti vignette che in pochi istanti, azzeccano in pieno e caricano la personalità dei protagonisti.
Enrico Deaglio, affaticato autore di inchieste e di editoriali scomodi, si racconta in tre filmati. Un metafora della ricerca della verità dentro tre capolavori del Caravaggio, un trittico cattolico tra colpa e redenzione, apparente ed evidente. In serie, Deaglio è Pietro che rinnega il Cristo nella Negazione di San Pietro. Giura e spergiura alla guardia che no, lui Gesù non lo ha mai conosciuto. Quindi eccolo nei panni di un altro Pietro discepolo, quello della Cena in Emmaus che insieme all´amico Cleofa non può credere ai suoi occhi: sta pranzando con Gesù. E infine Deaglio è Tommaso incredulo che si arrende all´evidenza del suo dito infilato nella piaga, mentre con la faccia mima uno stupore da cinema muto.
Andrea Locicero, monumentale pilone della nazionale italiana di rugby, si trasforma in Leone X, nel conosciutissimo ritratto di Raffaello commissionato dal Papa che per primo dovette vedersela con Lutero. A modo suo pilone della chiesa cattolica. Oliviero Toscani sceglie 3 maggio 1808 di Francisco Goya per farsi finalmente fucilare da martire, ma a Madrid e dai francesi guidati dal generale Gioacchino Murat.
Cruenti Gad Lerner e Daniela Santanchè. Il primo è un temibile Abramo con spadone con tanto di sorriso sadico ne Il sacrifico di Isacco di Caravaggio. La seconda è Giuditta di Giuditta e Oloferne, ma non quella timida e timorata del Caravaggio, bensì la vedova sanguinaria dipinta da Artemisia Gentileschi. Che senza pietà taglia la gola al despota. E, mentre Piero Chiambretti è uno dei michelangioleschi cherubini che affollano la Cappella Sistina, Vittorio Sgarbi è Narciso (di Caravaggio) ma senza quadro. C´è solo lui, Sgarbi, allo specchio.
Galleria Blanchaert, piazza Sant´Ambrogio 4, mar-ven ore 14-19, sab 15-19, fino al 31 ottobre

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