(Marzio Fatucchi - La Repubblica, edizione di Firenze)
Anche l´Arci gay critica assessore e sindaco.
«Spero che l´assessore ignorante non venga alla mostra - ribatte l´assessore milanese e critico d´arte - uno può anche avere dubbi morali, non di merito. Da Milano a Napoli a Firenze, continua una tradizione di oscurantismo e miseria mentale. Per fortuna Grandi Stazioni ci consente di fare la mostra» dice Sgarbi, secondo cui il giudizio di Bonami «è quello di un uomo ignorante, della mafia dell´arte contemporanea, che stabilisce chi deve esporre e dove. E´ una capra che non conosce né periodo storico né autori». Oltre a nomi conosciuti come Testori o Warhol, nella mostra ci sono opere di Impellizzeri, Tom of Finland, Mapplethorpe, Andres Serrano e una ricostruzione storica «con testi unici» dice Sgarbi. E le opere scandalo come «Miss Kitty»? «Comprendo i profili di inopportunità politica, ero pronto a escluderla: ma se la natura delle critiche è contenutistica, adesso la potrei anche mettere. Non mi aspettavo da Firenze questo comportamento. Una forma di ottusità politica e culturale». Parole simili a quelle del presidente toscano di Arcigay, Bert D´Arragon: «Non è solo vigliaccheria, Firenze va così contro la sua tradizione di madre protettrice dell´arte. Il sindaco di Firenze riesce a rompere contro una tradizione secolare di apertura e rispetto dell´arte, qualunque sia.» dice il presidente toscano di Arci Gay Bert D´Arragon. Contro la mostra An, che per bocca di Giovanni Donzelli dice che «si potrebbe tenere solo se non ci saranno le opere inaccettabili, offensive della cultura cattolica, in alcuni casi pedopornografiche». D´altro parere i gruppi consiliari di PdCI, Sinistra Democratica, Prc e Unaltracità: «Negare il patrocinio alla mostra è un atto oggettivamente censorio. Una amministrazione non può valutare il valore artistico delle iniziative, ma incoraggiare il dibattito ed il pluralismo culturale. Non si vede perché non dare il patrocinio ad una mostra di cui Gozzini "è lieto che la città accolga"».

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