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venerdì 5 ottobre 2007

Gay, per gli ortodossi russi significa malato.

(Gaywave) Dopo le recenti e poco confortanti notizie dalla Romania, dove un candidato alle presidenziali ha promesso di rinchiudere i gay e le lesbiche in un ghetto, anche dalla Russia giungono in occidente allarmanti affermazioni e sentenze sull’omosessaulità e sul valore ad essa assegnato.
Ultimo inquietante exploit quello del Patriarca della Chiesa Ortodossa Alessio II che ha definito l’omosessualità come “una malattia che modifica la personalità dell’uomo'’.
‘’Oggi c’e’ una rottura fondamentale tra la moralità e la comparsa di una nuova serie di cosiddetti diritti umani, che giustifica atti immorali'’, ha trionfalmente affermato Alessio II, presente all’ultima riunione del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Il Patriarca, riferendosi poi al recente divieto di promuovere il gay Pride a Mosca, ha ribadito: “l’omosessualità è imposta dalla propaganda, dobbiamo chiedere alla società perché incoraggi questo peccato; è malattia che modifica la personalita’ dell’uomo'’.
Parole che non meritano neanche un commento e che forse andrebbero lasciate nell’oblio della dimenticanza. Perché se consideriamo gli ultimi accordi fra la Chiesa Ortodossa e il Vaticano, chiaro ci appare il disegno di censura e divieto che le Chiese europee stanno cercando di attuare nel vecchio, per fortuna più che libero, continente.






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