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mercoledì 7 novembre 2007

Ravenna: Il registro delle unioni di fatto spacca la maggioranza in comune. Apertura dela Curia, "Non lo condividiamo ma se ci sarà ce lo terremo"

(Annamaria Corrado - Il Resto del Carlino) Il registro delle unioni di fatto spacca la maggioranza in consiglio comunale e costringe i consiglieri a più di tre ore di discussione. Risultato di questa maratona, non priva di ‘mal di pancia’ e sospensioni, è l’approvazione di un ordine del giorno ‘tecnico’ presentato all’ultimo minuto dal capogruppo dell’Ulivo, Andrea Maestri, che impegna Giunta e uffici a «recepire e tradurre in atti concreti gli orientamenti maturati durante la seduta».

La votazione si consuma quasi a mezzanotte con 9 voti contrari dell’opposizione e 23 favorevoli della maggioranza, ad eccezione dei quattro consiglieri della Margherita Matteo Cavicchioli, Valter Fabbri, Gianni Bessi, Andrea Casadio e del diessino Daniele Perini, che si astengono. Diversità di vedute anche in casa dei repubblicani, rappresentati a Palazzo Merlato da due consiglieri, che al momento di decidere scelgono strade diverse: Paolo Gambi quella del ‘sì’ all’ordine del giorno, Alberto Fussi quella di disertare la votazione. Che la discussione sarebbe stata accesa si era capito da subito. Dall’intervento iniziale di Laura Fedriga, prima firmataria della petizione sull’istituzione di un registro di unioni civili che, promossa dall’assemblea delle donne ‘Usciamo dal silenzio’, è stata firmata da oltre duemila ravennati. E dalle smorfie di alcuni consiglieri man mano che la relazione di Laura Fedriga tocca temi come il riconoscimento delle unioni civili e del diritto di adozione alle coppie omosessuali. Inequivocabile l’espressione dell’assessore Pericle Stoppa, da non lasciare dubbi su quale sarà il suo voto in Giunta sull’argomento. La sala preconsiliare è affollata dai firmatari della petizione. Poi, nel giro di pochi minuti, la discussione si ‘incarta ’ su questioni tecniche e di regolamento. Opposizione e maggioranza ritirano gli ordini del giorno collegati. Il dibattito si concentra sull’unico rimasto, quello presentato da Maestri, e sulla sua ammissibilità, contestata dall’opposizione. Il presidente del consiglio comunale, Valter Fabbri, in pieno ingorgo procedurale, è costretto a sospendere la seduta e a riunire i capigruppo per prendere una decisione.

Dieci minuti dopo l’annuncio che l’ordine del giorno, definito per tutta la sera dall’opposizione ‘vago e indefinito’, è ammissibile. «Il tema delle unioni civili divide sia il centrodestra che il centrosinistra — dice a fine seduta il sindaco Fabrizio Matteucci — e questo si sapeva. Ma non credo che la famiglia debba sentirsi minacciata dalle unioni di fatto. Sono consapevole che il registro ha un valore simbolico e che deve essere inserito in un quadro legislativo. Ma esiste un problema pratico di riconoscimento dei diritti. Non è accettabile la clandestinità degli affetti. Per questo sono favorevole alle unioni di fatto anche tra persone dello stesso sesso, ma non al fatto che possano adottare figli».

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