(La Stampa) È il primo capitolo della nuova trilogia fantasy su cui la New Line punta per sbancare in tutto il mondo, in Italia è l’atteso film di Natale (distribuito dal 14 dicembre) ma The Golden Compass - La bussola d’oro prima ancora di uscire ha già attirato le critiche che lo bocciano come film anticlericale. Il libro da cui è tratto, il primo romanzo della trilogia Queste oscure materie di Philip Pullman (in Italia da Salani), parla tra l’altro di un’organizzazione misteriosa intitolata Il Magisterium, con uomini che in abito talare rapiscono i bambini per rimuovere chirurgicamente la loro anima. Nicole Kidman, la protagonista insieme a Daniel Craig, si difende da mesi dall’accusa che ora, nell’imminenza dell’uscita del film, torna a farsi più forte: «Sono stata cresciuta come cattolica e la Chiesa è parte della mia essenza. Non avrei potuto interpretare questo film se avessi pensato che fosse in qualche modo anticattolico» dice a Entertainment Weekly. Comunque, la megaproduzione fantasy da 150 milioni di dollari, diretta da Chris Weitz, ha già ammorbidito la retorica anticattolica del romanzo e ad esempio l’organizzazione non si chiama più Magisterium, accogliendo pare le richieste della stessa Kidman.
Nel film la Kidman è bella, elegantissima e perfida: interpreta la signora Coulter, regina di un mondo lussuoso, vagamente decò tutto beige, oro e nero. L’ex 007 Daniel Craig è il misterioso Lord Asriel, spietato avventuriero e l’esordiente Dakota Blue Richards è la giovane temeraria ragazzina Lyra. La storia è ambientata in un mondo parallelo (sembra Medioevo, sembra West e invece è futuro), tra college ottocenteschi e palazzi ancora mai visti, in cui l’anima delle persone si manifesta attraverso piccoli animali, i daimon, capaci di cambiare identità (un topolino diventa un gattone, un puma una farfalla). Il daimon, come un angelo custode, protegge le persone del mondo di Lyra, perderlo vuol dire essere in pericolo. Il film ha degli effetti speciali a dir poco fantastici: «Ho realizzato due film - ha detto il regista Chris Weitz - uno con gli attori e un altro di soli effetti speciali, poi ho messo tutto insieme. Ho avuto ogni mezzo tecnologico, senza limitazioni di budget, ma gli effetti speciali, la computer grafica non sono tutto se non sono al servizio della storia. La Bussola d’oro è invece un film con una bellissima avventura da raccontare, in cui al centro c’è l’amore, la responsabilità, la lealtà». Un mese fa Weitz avrebbe rimesso mano al finale del film e spostando alcune scene sul secondo capitolo, La lama sottile.
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