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venerdì 2 novembre 2007

Uno Stato che ci spia: In nome della lotta all'evasione Visco mette sotto controllo i telefoni di tutti gli italiani.


(Gian Maria De Francesco - Il Giornale) L'«operazione Ragno» è fallita, ma il governo non ha abbandonato il progetto di realizzare un archivio informatico che renda tracciabile qualsiasi rapporto economico relativo a ogni singolo cittadino.

Il software che avrebbe consentito ad Agenzia delle Entrate e Guardia di finanza di «scrutare» la storia fiscale dei contribuenti (dichiarazioni dei redditi, possesso di auto e immobili, ecc.) fu stoppato provvidenzialmente dal presidente del Garante della privacy, Francesco Pizzetti, nello scorso giugno. Ma al Tesoro non hanno perso le speranze. Tanto è vero che, come ha rivelato Italia Oggi, in commissione Bilancio al Senato è comparso un emendamento del governo all'articolo 5 della manovra 2008 intitolato «Comunicazioni utenze telefoniche».

A prima vista la norma appare abbastanza innocua e prevede la trasmissione all'Agenzia delle Entrate di tutte le utenze di telefoni fissi e cellulari (satellitari inclusi). Sarà il direttore dell'organismo, Massimo Romano, a definire i criteri per la trasmissione dei dati in via telematica. La prima comunicazione riguarderà i contratti attivi nel 2007 e dovrà avvenire entro il 31 luglio 2008 ovvero «almeno entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale». Gli operatori di telefonia avranno così il tempo necessario ad adeguarsi.

Ma è la relazione tecnica dell'emendamento, avallata dal ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, a rendere chiari tutti i dettagli. Il provvedimento «trova giustificazione nella necessità di intensificare l'attività di controllo all'evasione fiscale, principalmente nel settore immobiliare e più in generale nell'ambito dell'economia sommersa». Un obiettivo che ha contraddistinto tutta l'azione di governo del viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, sin dal suo insediamento a via XX Settembre.

La banca dati delle utenze, infatti, si aggiunge all'anagrafe dei conti correnti bancari e delle utenze idriche, elettriche e del gas già in mano al fisco. Senza contare che il primo decreto Bersani prevedeva la trasmissione del valore reale di un atto di compravendita immobiliare. Un'eventuale approvazione della norma, secondo la Ragioneria, consentirebbe di individuare coloro che «attraverso annunci economici principalmente nel settore immobiliare, nel mercato delle locazioni, nel commercio elettronico, nelle aste online e nei lavori di ristrutturazione e riparazione forniscono un contatto telefonico al riparo da riscontri».

E pensare che nell'ultimo anno costruttori e mediatori immobiliari hanno subito 49.700 controlli con una maggiore imposta di 2,47 miliardi di euro. Per il governo, tuttavia, l'effetto-deterrenza generato dal «grande fratello telefonico» potrebbe determinare un recupero di imposte dirette stimabile, in termini di competenza, in 15 milioni nel 2008, 20 milioni nel 2009 e 25 milioni nel 2010», ha sottolineato la Ragioneria. Non si tratta di cifre astronomiche, ma comunque si fornisce un'arma in più ai controllori, in deroga alla privacy.

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