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venerdì 2 novembre 2007

Ravenna e le unioni civili.

Raccolte più di 60 firme a favore dell'istituzione di un registro .

(Ravennanotizie.it) È stato sottoscritto un documento firmato da più di 60 personalità del mondo della scuola, cultura, istituzioni culturali, Università di Ravenna in merito alla istituzione del registro delle unioni civili, a seguito della petizione popolare che sarà discussa dal consiglio comunale il prossimo 5 novembre.

"Quasi tutti i paesi, in Europa - si legge nel documento -, si sono dotati di una legislazione che riconosce e regolamenta, in vario modo, le convivenze, con pieno riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto, basate su relazioni affettive e di solidarietà, a prescindere dall’orientamento sessuale dei conviventi. Comprendiamo, quindi, e sosteniamo le ragioni della petizione promossa mesi fa dalla assemblea ravennate di Usciamodalsilenzio, un movimento di donne che è sorto in Italia all’inizio del 2006, per riprendere la parola, dopo troppo silenzio, sui temi della libertà femminile, sui diritti e sulle leggi che li regolano. La petizione, sottoscritta da 2000 cittadine e cittadini di ogni età residenti nel comune di Ravenna, consegnata al comune il 27 luglio scorso, contiene una richiesta di notevole rilevanza simbolica: l’istituzione, presso l’anagrafe, di un registro delle Unioni Civili delle coppie di fatto. Il registro è stato istituito in molti comuni italiani, già da molto tempo. Recentemente, a seguito di una petizione popolare, è stato istituito anche presso il comune di Roma. E’ una occasione per avviare una pubblica riflessione anche nella nostra città”.

“Crediamo che chi abbia una visione religiosa della vita non debba in alcun modo temere le relazioni che si fondano su affettività, reciprocità, affetto, amore - prosegue il documento -. L’Europa ha, attraverso esperienze storiche - prosegue il documento - spesso tragiche, finalmente messo al centro della propria ragion d’essere l’universalità dei diritti e il pieno riconoscimento delle differenze, anche nell’ambito degli orientamenti sessuali. E, per noi, è coppia di fatto qualunque unione “si senta” tale, qualunque sia il suo presupposto, purché desiderato e liberamente voluto. Non è l’amore nelle sue varie forme che può preoccupare. E’, piuttosto, l’impossibilità, a volte disperata, di perdonare, o di potere o volere aiutare, o di riuscire ad accogliere chi non è come noi".

"Ci auguriamo quindi - conclude il documento - che il consiglio comunale esamini in tempi brevi la petizione, e che deliberi l’istituzione del registro delle Unioni Civili. Saranno poche le coppie che si registrano? La civiltà della universalità dei diritti riconosce il diritto di chiunque, anche di uno solo, in questo caso almeno due. La democrazia non è tale se si occupa solo o prevalentemente delle maggioranze. Il Novecento che abbiamo alle spalle ne è testimone”.

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Mre: “Costituzione e rispetto dell’individuo siano le nostre bussole”.

Sul dibattito riguardante la famiglia e le unioni civili, sviluppatosi in Consiglio regionale, è intervenuto il Movimento dei Repubblicani Europei, che esprime “conforto” e “preoccupazione”: “rassicurati dalla consapevolezza di aver fatto bene a svolgere un ruolo propositivo su determinati temi, anche all’interno del laboratorio dell’Ulivo prima e del Partito democratico oggi; allarmati dalla possibilità che il taglio di questa discussione possa allontanarci, in preda ad opposti ideologismi, dal nostro obiettivo: interpretare i cambiamenti della società e capirne le esigenze, per poter legiferare secondo gli interessi dei cittadini”.

La nota, a firma Achille Alberani, membro della Costituente nazionale del Pd e coordinatore regionale del Mre, Sergio Ginocchietti, membro della Costituente regionale del Pd e coordinatore del Mre di Bologna e Andrea Tarroni, consigliere nazionale del Mre e consigliere comunale dell’Ulivo a Ravenna, si propone di non dimenticare l’equità richiamata dalla Costituzione. “Sappiamo che compito del governo della Regione e dello Stato è di fare una politica coerente ed organica per la famiglia così come definita dall’articolo 29 della Carta: “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Altresì dobbiamo garantire, a tutti, diritti civili e sociali (come sancito dall’articolo 2 e 3 della Costituzione) senza discriminare coloro che affidano i propri progetti di vita a forme diverse di convivenza, siano esse tra persone di sesso diverso o dello stesso sesso”.

L’interesse del Mre si rivolge alla tutela di questa ultima fascia di persone, che scelgono un altro tipo di convivenza, “non solo gli omosessuali, ma anche quegli anziani che decidono di gestire l’ultima parte della propria esistenza attraverso un rapporto di solidarietà con un parente, con un amico, con un altro anziano col quale è legato da un rapporto di affinità. Ci riferiamo a quanti sono già stati sposati e ora sono separati, ma non divorziano perché non possono. Divorziare costa, e tanto”.

L’invito è a non far finta di niente nonostante qualcuno dica: “Sono pochi, non è una priorità”, perché “in termini di diritti civili la marginalità non esiste. Dobbiamo ragionare in senso laico, nel suo significato di slegato dalle ideologie”.

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Unioni civili. Se ne discute lunedì in Consiglio comunale.

L’assemblea di donne "Usciamo dal silenzio" invita le cittadine e i cittadini a partecipare alla seduta del Consiglio comunale di lunedì 5 novembre alle ore 20,45 in Municipio (Piazza del Popolo). Il Consiglio avrà al primo punto dell’ordine del giorno la petizione popolare indirizzata al sindaco Fabrizio Matteucci, in cui si richiede l’istituzione di un registro dell’unioni civili. La petizione è stata promossa dall’assemblea di donne "Usciamo dal silenzio" che ha lavorato quattro mesi per raccogliere e presentare, a sostegno della petizione, 2000 firme.

Attraverso l'istituzione del registro delle unioni civili la pubblica amministrazione si impegna a un primo loro riconoscimento pubblico, affermandone così i diritti civili e sociali, e soprattutto, promovendo il rispetto all'identità e ai progetti di vita delle persone.
La petizione è già stata discussa lo scorso 17 ottobre in commissione affari istituzionali, partecipazione e sicurezza unitamente alla commissione pari opportunità dove è stata accolta e sostenuta dal gruppo di Rifondazione comunista, Comunisti Italiani, Gruppo misto, Ulivo, anche se quest’ultimo ha deciso di lasciare libertà di coscienza ai suoi consiglieri. .

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