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venerdì 2 novembre 2007

A Milano con il nuovo spettacolo: Cornacchione: «Il mio B-Day».

Per tre sere in scena solo a Milano il nuovo spettacolo del comico. «Dedicato a Berlusconi, Bossi e alla Brambilla».

(Maria Teresa Veneziani - Il Corriere della Sera) «Dopo Grillo è cambiato tutto nella satira. Per contare qualcosa devi farti un partito o dare un bollino a qualcuno». Antonio Cornacchione, di fare l'arlecchino della politica, servo di due padroni, proprio non se la sente. «Quando lo Smeraldo mi ha proposto di rifare il "Povero Silvio" mi sono detto: "In un momento di rigurgito antipolitico devo scendere in campo per difendere la buona politica, e gli unici politici seri riuniti sotto il vessillo delle 3 B: Berlusconi, Bossi e la New Entry Michela Brambilla».

È nato così il «B-Day di Cornacchione», tre serate, dal 2 al 4, in esclusiva per Milano. Uno spettacolo tra comizio e convention sulle note trionfali della "band azzurra" di Carlo Fava. Com'è il B-Day? «Un anti V-Day. Grillo è arrivato un po' ultimo. Il primo comico sceso in campo è stato Silvio: paladino dell'antipolitica, in una notte si è fatto un partito, altroché bollini...».

Dove sbaglia Grillo? «Si fa presto a dire abbasso la politica. Diciamo la verità: se spariscono i partiti chi lo assume mio nipote in Comune o alla Guardia Forestale? Se devo dare la tangente, dove vado a portarla, da Grillo?».

Perché le piace tanto Michela Brambilla? «È un po' Silvio in giarrettiera. Lui l' ha scelta facendo un casting a Mediaset. Se non va bene in politica farà un reality».

La tv della libertà la guarda? «Mi piace tantissimo. C'è "Uno mattina della libertà", il "Caffé della libertà", il "Forum della libertà", la "Ruota della fortuna delle libertà". La sera l' "Hotline della libertà": chiama Alfredo Biondi e la linea resta occupata per un' ora».

Che cosa ci fa un cantautore come Fava con lei?
«Diciamo le stesse cose, lui con la musica. Analizziamo la situazione, l'imminente caduta del governo e il ritorno di Silvio. Tutto comincia con un momento catartico: mandiamo anche noi a quel Paese qualcuno. E smascheriamo i tre politici che vorrebbero sostituire Silvio: Fini, Casini, Formigoni».

Perché dice in giro che Bossi come leghista le fa un baffo?
«Come ho visto io la Lombardia non l'ha vista nessun leghista. Da quando i miei mi hanno portato via da Montefalcone, nel Molisano, a un anno e mezzo, sono stato a Casteggio, Pavia, Garbagnate, Cormano, sul Lago Maggiore, Milano. E ora vivo tra Gratosoglio e Abbiategrasso».

Convive con un figlio di 10 anni. E i Pacs?
«Cercherò di farmi eleggere in Parlamento con Silvio, lì i privilegi per i conviventi già li hanno».

Le piace Milano?
«Sarebbe più bella se tutti non la vedessero solo come città da attraversare in auto».

È vero che per poco non finisce ragioniere all'Ansaldo?
«Sì. Il primo colloquio andò benissimo, io dissi che fare politica a scuola è un bene perché cresce il cittadino che è in te. La volta dopo mi misero in mano un bilancione, sembrava il programma dell'Unione. Non ci capivo niente. M'è scappato "andiamo malino", una battuta, ma non l'hanno capita».

Parliamo di politica seriamente...
«L'unico ragionamento politico è questo: i comunisti sono funzionali al sistema. Noi governiamo 30 anni minimo, dobbiamo fare un debito pubblico incredibile per accontentare tutti. Arrivano i comunisti, un anno e mezzo, mettono a posto i conti, perché da Berlinguer in poi loro sono capaci: sacrifici, tasse... La gente se la prende con loro e noi torniamo per altri 30 anni».

Ma il suo pubblico è berlusconiano? «È trasversale e scappano anche turbolente risse in sala. Uno è arrivato con la bandiera di Forza Italia, lo hanno fischiato e quando l' ho difeso volevano darmele».

B-DAY, LA FESTA DELLA BUONA POLITICA
Antonio Cornacchione con Carlo Fava. Smeraldo, ore 21, dal 2 al 4 novembre. Tel. 02.29.00.67.67, www.ticketone.it

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