(Tvblog) Ognuno di noi spera che il grande ritorno di Raffaella Carrà su Raiuno venga sancito da un grande show musicale come un’icona comanda. Vecchio repertorio tirato a lucido, un nuovo cd da promuovere, collaborazioni con artisti italiani e internazionali di grido, insomma un evento degno di una grande artista dello spettacolo italiano. Peccato che un articolo di Repubblica, firmato da una specialista autorevole come Silvia Fumarola, accenni a un terribile presagio all’orizzonte: il ritorno di Amore.Pare, infatti, nel gran parlare sulle sorti dell’ammiraglia, che le adozioni a distanza stiano all’improvviso a cuore ai piani alti, in virtù dell’eventualità di un progetto europeo che coinvolga anche altri Paesi interessati alla causa. L’idea è assolutamente nobile, ma la formula dello show resta una ciofeca colossale, inseguibile per qualsiasi Raffa-addicted e sprecato per le potenzialità sceniche della conduttrice (non a caso fu un flop).
La questione potrebbe essere affrontata in sede istituzionale o all’interno di apposite rubriche del servizio pubblico. Ma perchè ammorbarci ancora con una retorica così indigesta per un varietà in cerca di riscatto? L’unico antidoto che allevia le nostre pene è il necrologio steso - questa volta pare definitivamente - su programmi come Ballando con le Stelle e Il Treno dei Desideri, ritenuti finalmente usurati.
Peccato che a Raiuno non si butti via niente e per due catorci che se ne vanno c’è un ferro vecchio che ritorna.
Ve ne rinfreschiamo la memoria, giusto per non dimenticare.







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