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mercoledì 31 ottobre 2007

Vendicativa, arrogante e molto snob. Lettere e schizzi della Hepburn segreta.

Migliaia di appunti e foto dell’attrice americana alla Public Library. Il biografo: «Amò le donne, non Spencer Tracy». Chiamò cretino un poliziotto. Shaw: pericolosa. Una mostra a New York.

(Alessandra Farkas - Il Corriere della Sera) George Bernard Shaw ebbe seri dubbi prima di scritturare Katharine Hepburn nel ruolo della donna più ricca del mondo nella sua commedia «La miliardaria », nel 1952. «Penso che sia molto rischioso farle interpretare quella parte — confessò il leggendario drammaturgo irlandese a un’amica —. Pericoloso per l’attore con cui deve fare judo e che probabilmente ucciderà». Shaw si riferiva alla celebre scena del play in cui la miliardaria-Hepburn dimostra la sua straordinaria tecnica di judo in cima ad una ripida rampa di scale, quasi uccidendo l’amante. La lettera fa parte della mostra dedicata all’attività teatrale della grande attrice americana dalla New York Public Library for The Performing Arts del Lincoln Center.

Migliaia di pagine di note, giornali, appunti, lettere e fotografie che offrono uno straordinario viaggio all’interno del mondo privato di una donna che, anche lontano dai riflettori, assomigliava molto ai personaggi forti e volitivi interpretati sullo schermo e che le hanno fatto guadagnare ben quattro Oscar e 12 Nominations. Nella collezione—donata alla Public Library dall’esecutore testamentario dell’attrice, la giornalista di Nightline Cynthia McFadden — l’attrice morta nel 2003 a 96 anni appare determinata e brillante, talvolta prepotente, altera e orgogliosa. Uno degli episodi più divertenti risale al 1951, quando fu arrestata per eccesso di velocità, assieme al suo autista, mentre si recava da Tulsa, in Oklahoma, a Wichita, in Kansas. «Sono stata arrestata da un cretino— scrive la star —. Un poliziotto bello ed estremamente irritante e cafone. Per vendicarmi bucherò tutti i pneumatici delle auto targate Oklahoma che circolano in Connecticut ».

In un’altra nota emerge la sua indole snob di ragazza ricca e di buona famiglia. «Mi sono bruciata la pelliccia di visone sui fornelli e il mio avvocato mi ha detto, dispiaciuto: "Che peccato, deve esserti costata 700 dollari". Confesso di essermi abbassata a rispondergli: "Certo che no, mi è costata 5.500 dollari"». Un biglietto autografo, letto a teatro nel maggio del 1970— tre giorni dopo l’assassinio di quattro studenti della Kent State University da parte dei soldati della Guardia Nazionale — rivela una Hepburn inedita, fortemente politicizzata in senso liberal. «Voi potrete chiamare quei ragazzi ribelli o agitprop — tuonò dopo una performance dell’acclamato musical "Coco", sulla vita di Coco Chanel —. Resta il fatto che erano i nostri ragazzi e siamo responsabili per ciò che gli è successo».

Tra le tante lettere autografe di fan come Henry Fonda, Charlton Heston, Judy Garland e Laurence Olivier, che scrivono alla Hepburn per esprimerle lodi e stima, manca soltanto una voce: quella del suo presunto amante Spencer Tracy. «Questa assenza è molto significativa — spiega William Mann, autore della biografia del 2006 Kate: the woman who was Hepburn —. Dopo la morte di Tracy la Hepburn ha sparso la voce che erano amanti, ma Tracy aveva delle relazioni omosessuali mentre i più importanti amori della Hepburn sono stati con donne. Come l’attrice Laura Harding».

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