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mercoledì 31 ottobre 2007

Roma capitale di feste e proteste. Che fanno male al bilancio.

Lo striscione della Cdl contro le tasse del governo Prodi sfila sotto il Colosseo durante la manifestazione a Roma
(Panorama) Per dieci giorni, è stata la capitale del Festival del cinema, per un anno intero è quella della contestazione (ultimo episodio: la fontana di Trevi colorata di rosso). Oltre ad essere stata meta di attori e starlette di celluloide (qui le foto), Roma può contare su un altro, poco lodevole, primato. È infatti la città dove quest’anno si sono svolte più manifestazioni di protesta. Con una cadenza inesorabile: negli ultimi dodici mesi, più di cinque cortei al giorno, quasi sempre nel centro storico.

Naturale che il bilancio, in buona parte a carico dell’amministrazione comunale, sia assai più gravoso di qualsiasi rassegna artistica: 60 milioni di euro l’anno, tra straordinari di vigili e pubblica sicurezza, trasporti e pulizie aggiuntive. “In particolare per i cortei” dice Carlo Buttarelli, comandante del I gruppo della polizia municipale, “utilizziamo almeno 150 uomini, che distacchiamo dalle mansioni ordinarie”.
Ma oltre alle manifestazioni autorizzate, ci sono anche quelle non previste, che provocano disagi a turisti e cittadini. “Non se ne può più”, sbotta esausto il presidente del I municipio, Giuseppe Lobefaro: “il disagio è divenuto permanente. È mai possibile che non si riesca a risolvere il problema rispettando il sacrosanto diritto di manifestare, ma anche quello di un´intera comunità a non subire continui disservizi?”.
E a ottobre il trend è stato in netto aumento, anche a causa del governo: tra sicurezza, legalità e riforma del welfare, negli ultimi tempi le manifestazioni si sono quasi triplicate. Con buona pace della libertà, ma anche delle tasche dei cittadini capitolini.

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