I cattolici insorgono: «Rituali pagani che snaturano la festa dei morti».
(Mariella Bertucelli - Il Tirreno) A Pistoia monaci in piazza per evangelizzare le streghe
Migliaia di ragazzi pronti a festeggiare in tutta la Toscana L’unica che non ci guadagna è la zucca. Nel business da 280 milioni di euro (è la cifra che si spenderà quest’anno in Italia per festeggiare Halloween) “Jack-o-lantern” - la zucca intagliata con la lucina dentro - fa la parte della cenerentola con un aumento delle vendite solamente del 2-3 per cento.
Tutto il resto è oro. Costumi, maschere, palloncini destinati a bimbi che pestano i piedi per uscire la sera e a genitori mobilitati per scortare i figli nella missione “dolcetto o scherzetto”. Megafeste, come quella di Livorno in Fortezza, alla quale sono attesi migliaia di ragazzi da tutta la Toscana. O come la “festa diffusa” di Prato, dove 1.500 studenti vagano ora in cerca di sedi alternative per il loro party dopo il sequestro (e la chiusura) della discoteca Oca Fioca.
Un gran Carnevale che fa storcere il naso a chi non ne può più della gadgettistica esasperata ma che alla Chiesa provoca veri e propri attacchi d’ansia. A Pistoia i monaci dell’ordine della Fraternità apostolica di Gerusalemme hanno deciso di passare al contrattacco scendendo in strada insieme ai volontari della Comunità Nuovi Orizzonti per evangelizzare streghe e vampiri. Ci sarà una veglia di preghiera nel centro storico e chi vorrà potrà confessarsi o anche semplicemente trovare qualcuno «disposto a parlare e ascoltare». A Prato, ancora Nuovi Orizzonti, prepara una notte di Halloween alternativa, con una veglia di adorazione eucaristica notturna.
L’offensiva della Chiesa contro la notte pagana che mette in ombra e snatura la “festa dei morti” dura da tempo ma quest’anno le iniziative si sono moltiplicate. I cattolici del Gris denunciano l’«assurdo» e cioé che «sono gli stessi cattolici «a dare il permesso nelle parrocchie, nelle scuole e nelle case di festeggiare Halloween». Al danno così si aggiunge la beffa e pure il rischio che le feste in discoteca accendano la passione per il macabro «che spinge alcuni ragazzi alle bravate notturne nei cimiteri».
Anche il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, boccia la festa: «Non è questione di “dolcetto o scherzetto”. Per gli scherzetti esiste già il carnevale. E’ una festa che sfiora la maleducazione. La comunità cristiana non può abbandonarsi a una tradizione così insulsa». Alla Chiesa italiana fa eco quella spagnola, che definisce la festa di origine celtica una ricorrenza ispirata al «consumismo e all’occultismo», mentre nella cattolicissima Polonia il provveditore di Danzica ha chiesto alle scuole di evitare i festeggiamenti.
Toni da crociata che non sembrano impressionare più di tanto streghe, vampiri e scheletri ambulanti pronti a vivere la loro notte più lunga. Magari basterebbe portare pazienza, aspettare che cali la febbre e la notte delle streghe passi di moda. Perché è pur vero che la festa rimanda ad usanze che già esistevano nella civiltà contadina italiana, quando il giorno dei morti i bambini andavano di casa in casa offrendo un dolce e recitando uno stornello, ma nessuno si sarebbe sognato di riesumare quei riti se non ci avessero pensato i Peanuts. Colpa di Charlie Brown e della sua tribù, che negli anni Sessanta ci hanno fatto conoscere la magia del “grande cocomero”.
Al resto ci ha pensato ampiamente il mercato, che però qualche segnale di stanchezza ora lo mostra. Non siamo al fiasco della Francia, che dopo dieci anni di ubriacatura già dallo scorso anno ha dichiarato morta e sepolta la festa “americana” di Halloween, ma a Milano, per esempio, l’indotto delle streghe ha avuto una battuta d’arresto e il previsto milione di euro andrà quasi tutto a discoteche e pasticcerie. «Volevano farci scambiare delle zucche per lanterne ma i francesi non si sono lasciati ingannare dall’astuzia commerciale di Halloween», aveva detto tre anni fa il cardinale Lustiger, allora arcivescovo di Parigi. Non si tratta che di seguire l’esempio.(31 ottobre 2007)Torna indietro
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