(Tulife) Un Natale all’insegna delle ricette tradizionali ma anche del risparmio. Secondo l’Accademia Italiana della Cucina è possibile, anzi, doveroso. Per questo ha messo a disposizione - sul proprio sito web accademiaitalianacucina.it - una serie di consigli e ricette che cercano di conciliare gusto, rispetto della tradizione e necessità di contenere le spese. Soprattutto in vista di un Natale che si annuncia all’insegna di ulteriori aumenti delle materie prime e quindi anche di una inevitabile contrazione dei consumi.
A conti fatti, rispetto alle stime elaborate da Federconsumatori e Confesercenti, con qualche piccola attenzione che nulla toglie al piacere di stare a tavola, si riesce a risparmiare quasi la metà. Si riportano così le previsioni di spesa, per una famiglia di circa 6 persone, a 65 euro complessivi (contro i circa 110 - 150 euro stimati dalle associazioni dei consumatori) per la cena della vigilia e a circa 100 euro (contro i 150 - 190 euro) per quello di Capodanno.
“Il primo consiglio - spiega Giuseppe Dell’Osso, Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - consiste nell’attingere all’enorme bacino di ricette, cosiddette umili, della tradizione evitando in particolare tutto ciò che è moda e standardizzazione. Se per la cena di magro della vigilia tutti comprano le stesse cose - spigole, orate, scampi, gamberoni imperiali - non ci vuole molto a capire che il loro prezzo salirà alle stelle. E la qualità, pur di rispondere alla richiesta, non sempre resterà ai massimi livelli.
Basta quindi scegliere con maggiore originalità, puntando magari su un pesce ottimo come lo stoccafisso o gustoso come le acciughe, per evitare di favorire l’impennata dei prezzi”. La seconda parola d’ordine per questo Natale è lotta agli sprechi: “Pensate che in queste giornate in media si getta via - ed è davvero un peccato - il 20% di quello che si cucina. Oltre a ridurre i quantitativi di cibo è bene anche evitare di eccedere con quegli alimenti che si deteriorano facilmente”.
L’Accademia Italiana della Cucina ricorda una curiosa classifica che vede in testa - con circa il 30% del totale degli sprechi - alcuni antipasti (affettati, alici, sardine, insalata russa, paté), seguito - con il 23% del totale - dai dolci (panettone, pandoro, veneziana) e - per una quota pari al 22% - da alcuni contorni (insalata, patate al forno, lenticchie, spinaci). Seguono il pesce - con il 18% - e alcuni secondi di carne (zampone, arrosti vari) con il 17%. All’ultimo posto - quota pari al 10% - anche per la posizione privilegiata nel menu degli italiani, i primi (soprattutto i ravioli).
Il menu “tradizione e risparmio”, proposto dall’Accademia Italiana della Cucina, costa poco più di 10-12 euro a persona. Una cucina - deliziosamente povera - dove regna incontrastato il pesce azzurro, alimento che unisce al piacere del gusto un’elevata qualità nutrizionale. Negli ultimi anni si è registrato sulle tavole natalizie l’ingresso di pesci “nobili” e costosi che nulla hanno a che vedere con la tradizione. È il caso del salmone”. Per il Capodanno, invece, accanto a capisaldi della tradizione come l’anguilla marinata, i tortellini in brodo e il cappone, l’Accademia Italiana della Cucina consiglia un’insolita ma gustosissima lasagna vegetale in linea con l’obiettivo - che è anche una tendenza in corso - di recuperare la sana cucina dell’orto.
Completano il menu i classici cotechino e lenticchie - ma anche dei raffinati crostini di fegatini - e gli immancabili pandoro e panettone. Il tutto abbinato a vini rigorosamente IGT (”sono buoni e costano meno”) e spumanti nostrani (”senza inutili, e costosi, sconfinamenti all’estero”). Ed ecco che il menu di Capodanno assume, per un’intera famiglia, una dimensione più accettabile, senza tuttavia perdere di qualità e gusto: rimanendo fermi a una spesa di circa 17 euro a persona.
“La civiltà contadina nel nostro paese ha radici millenarie e da sempre l’orto vicino alla casa ha costituito una fonte di risorse alimentari - afferma Giuseppe Dell’Osso. Le erbe, i legumi, i bulbi, le radici, gli ortaggi da frutto, da fiore e da fusto coltivati negli orti, vere dispense a cielo aperto, continuano ancora oggi ad impreziosire, con le loro indispensabili caratteristiche molte preparazioni gastronomiche natalizie, costituendo anche una fonte non indifferente di risparmio.
Fonte: www.tiscali.it
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