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martedì 18 dicembre 2007

Il sesso virtuale e i giovani milanesi.

(Cac/Dire) Qual è il rapporto degli italiani under 30 con il sesso virtuale? Sul fenomeno di costume ormai crescente hanno indagato alcuni studenti del Master di Giornalismo della Statale. Moralisti in pubblico e spregiudicati in privato: è questo il complicato rapporto con il sesso virtuale degli universitari milanesi.

Ad arricchire il reportage sono anche le testimonianze di alcuni studenti. Elenoire, 25 anni, iscritta ad architettura al Politecnico, ha accettato di raccontare al microfono la sua esperienza da webcam girl. Da anni vende il suo corpo su internet e sostiene che tante studentesse lo fanno. Lei ha iniziato per gioco e ha scoperto che era un modo per guadagnare anche mille euro al mese. L’unico problema è tenerlo nascosto alla famiglia: "I miei genitori impazzirebbero se scoprissero cosa faccio".

Il ritratto degli universitari è stato tracciato intervistandoli fra una lezione e l’altra. L'opinione più ricorrente è stata: "Vendere il proprio corpo è toccare il fondo, perdere la propria dignità". Eppure a loro Elenoire risponde: "Problemi loro. Il sesso virtuale è un lavoretto come un altro, come fare la hostess congressuale o la commessa".

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