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martedì 18 dicembre 2007

Storace corteggia lo sceriffo Gentilini. La Destra apre una nuova sede in città e cerca il dialogo con il Carroccio.

Il leader romano: i sondaggi ci danno al 6% ma per ora ci interessa parlare alla gente. Il vicesindaco snobba le lusinghe dell’ex ministro.

(La Tribuna di Treviso) «Gentilini è un mito. Una figura interessante con cui si può sicuramente dialogare». Nasce così, con un’apertura allo Sceriffo e alla Lega, l’esperienza de La Destra a Treviso. Ieri il leader Francesco Storace ha inaugurato la sede in via Fra’ Giocondo della formazione nata dalla scissione da An.
Ed è stato proprio l’ex braccio destro di Gianfranco Fini, ora sua acerrimo oppositore, a tendere la mano al prosindaco di Treviso Giancarlo Gentilini.
«E’ una persona che, come noi - ha spiegato il leader de La Destra, Francesco Storace - bada al sodo e dice quello che la sua gente pensa, senza trincerarsi dietro il politically correct. E’ un soggetto interessante, propositivo e determinato. Insomma, è un mito».
I complimenti ed i tappeti rossi, però, sembrano non sortire alcun effetto sul candidato in pectore della Lega alla poltrona di sindaco. «Sto ancora aspettando di vedere quale sia la vera destra italiana - spiega Giancarlo Gentilini -. Fini, Mussolini, Storace: nessuno sembra avere il nerbo del vecchio Msi. Quello era un partito con gli scarponi chiodati. Le formazioni di oggi che si dicono di destra hanno le pantofole. La Lega è l’unico partito di destra».
Per il momento, quindi, il vicesindaco snobba le lusinghe della nuova formazione.
Le ambizioni de La Destra, però, sono quelle di diventare ben presto un partito forte, stimato e radicato, anche nella Marca.
«Siamo un partito in continua evoluzione - spiega ancora il leader romano -. Difficile quantificare, oggi, il nostro peso, anche perchè - e Treviso ne è un esempio - le nostre sedi locali sono appena nate o devono addirittura ancora vedere la luce».
«Alcuni ci danno al 4%, altri al 6% - ha proseguito Francesco Storace -. Adesso ci interessa solo farci conoscere, parlare alla gente e diffondere il nostro programma. Un programma che guarda al cittadino ed alle sue reali esigenze».
Primo fra tutti il tema sicurezza: un elemento cardine su cui batterà, nei prossimi mesi, anche la squadra del coordinatore provinciale Fabrizio Ditadi, chiamato a guidare la nascita del partito locale dopo il divorzio da An e da Andrea De Checchi.
«E’ necessario che diventi al più presto obbligatoria la rilevazione delle impronte digitali per gli immigrati - spiega Francesco Storace -. E in caso di arresto, un criminale straniero deve andare a scontare la sua pena nelle carceri della terra madre, liberando così l’Italia di un enorme fardello di costi e problemi di ordine sociale».

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