(Maurizio Di Giacomo - Agenzia radicale) Il Natale 2007 si avvicina in tutta la sua portata sostanziale e simbolica anche alle Mura Vaticane. Al tempo stesso si infittiscono le voci di un ritorno di mons. George, il segretario personale di Benedetto XVI, nella natia Germania. Magari come nuovo vescovo di Treviri (la cittadina dove nacque Carlo Marx) resasi disponibile perché il suo titolare è stato promosso alla diocesi di Monaco di Baviera che, entro due anni, lo porterà alla berretta cardinalizia.
Segretari del pontefice che in corso d'opera ritornano in patria non sono una novità. Sotto papa Wojtyla è successo con mons. Hemerik Kabombo che guida una diocesi nella Repubblica Democratica del Congo.
Mons. George che per il suo profilo e per la sua capacità di giocare a tennis e per saper essere accanto a Benedetto XVI (in Austria nel settembre 2007 poche ore prima di ripartire da Vienna era stato immortalato assai provato accanto al Papa molto più disteso) da tempo è al centro di malignità interessate da parte di lobby curiali.
Malumore ha destato un'intervista, corredata da molte interessanti e esclusive foto, a Anna Maria Turi per il settimanale ''Visto''. I veleni nei confronti di mons. George hanno comunque radici più profonde, talvolta irrobustite da libertà che un segretario si prende, dimenticandosi che chi assurge a quel ruolo sale sulla croce di essere di fatto l'uomo-ombra del pontefice.
Circa un anno orsono, in un dibattito pubblico, la teologa e biblista Marinella Perroni, presidentessa del Coordinamento Teologhe Italiane (una delle realtà più interessanti, nonostante prudenze e cautele, dell'area ecclesiale italiana) è rimasta interdetta quanto si è sentita dire, in una riflessione su testimonianza cristiana e condizione omosessuale ''Nessun imbarazzo. Anche mons. George frequenta i nostri stessi salotti...''. Parola di Irma Battaglia, la coriacea portavoce delle organizzazioni lesbiche federate nell' Arci.
E se a simili voci ''distruttive'' tutte da documentare, si aggiungesse un qualche dossier pilotato, per colpire mons. George, da parte di un ecclesiastico rampante, desideroso di ottenere un posto di molta responsabilità dentro la Curia Romana?
Qualcuno ipotizza che se mons. George ritornerà in Germania c'è già un connazionale pronto a sostituirlo: il vescovo mons. Joseph Clemeens, attuale segretario del pontificio Consilium Pro Laicis (molto vicino a Comunione e Liberazione) e per alcuni anni segretario del cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede.
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