banda http://blografando.splinder.com

martedì 20 novembre 2007

Uomini: Il ritorno dell’edonista reaganiano.

(Grazia) Te ne accorgi, per esempio, il sabato mattina presto, quando l’appartamento del piano di sopra lascia filtrare cigolii e sospiri. Sospiri e cigolii. Ogni tanto, ma solo nei casi più fortunati, anche suoni sordi. Come di un peso che cade e poi rimbalza sul pavimento… Il vicino se la sta spassando, eh? Non c’è dubbio. Tuttavia, oltre ad aver scelto un orario per cui merita la morte, non se la sta spassando con la sua fidanzata. No. se la sta spassando con la sua stramaledetta palestra domestica! E quel suono sordo, quel cupo fragore metallico, è davvero il suono di un peso che cade e poi rimbalza sul pavimento! Ecco. Te ne accorgi pure così, svegliandoti di soprassalto e augurando al vicino una lenta agonia, che lui è tornato. Lui.

Anzi: LUI. il personaggio meno rimpianto del novecento (assieme a Carducci e Plastic Bertrand). Il personaggio meno autoironico del novecento (assieme a Pippo Baudo e Amedeo Minghi). Il personaggio che ha segnato, a colpi di lampada abbronzante, un’epoca e uno stile: il temutissimo edonista reaganiano! Temutissimo e, soprattutto, inaffondabilissimo: sparito dalla circolazione per almeno un decennio, grazie alla stucchevole ondata new age, il nostro idolo non s’è perso d’animo. Si è pazientemente riorganizzato. Si è pazientemente evoluto. E adesso non gli basta essere “figo”: adesso vuole essere “bello”. Destino crudele! Che ci piaccia o che non ci piaccia, l’edonista reaganiano è di nuovo tra noi. Tra noi fumatori statici. Pigri. Perennemente in sovrappeso. Tra noi che, nel marzo 1993, scrivevamo queste dolci parole cariche di speranza e di scaramanzia: “in molti erano pronti a scommetterci: chiusi gli anni ottanta, l’edonista reaganiano sarebbe definitivamente scomparso dalla scena. E, con esso, uno dei suoi miti per antonomasia: il culto del corpo. A quanto pare, tuttavia, le cose non sono andate proprio così: il business delle palestre è ancora sulla breccia. Piuttosto, è l’approccio della gente a essere cambiato: tramontata la rincorsa obbligatoria allo status symbol è progressivamente subentrata la necessità facoltativa di sentirsi in forma“…

Tramontata la rincorsa obbligatoria allo status symbol? Progressivamente subentrata la necessità facoltativa di sentirsi in forma? Rilette oggi, queste dolci parole mi fanno tenerezza. Sì. E mi provocano un drastico supplemento d’intolleranza per l’edonista reaganiano del piano di sopra.
---

Sphere: Related Content

Nessun commento: