Il celebre attore sarà da oggi in scena a Piacenza con “L’uomo, la bestia e la virtù”.
(Piacenza Day) “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello, è la tragica commedia scelta da Leo Gullotta per il suo ritorno al teatro di prosa e che, dopo il debutto nella primavera del 2005, porta nelle maggiori città italiane per la terza stagione teatrale consecutiva. Un successo travolgente per l’attore siciliano in forma smagliante nell’interpretare il professor Paolino.
La produzione del Teatro Eliseo va in scena martedì 20 e mercoledì 21 novembre al Teatro Municipale di Piacenza, con inizio degli spettacoli sempre alle ore 21, per la Stagione di Prosa “TRE PER TE” organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione con il Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura, la collaborazione di Cariparma e Piacenza, il sostegno di Tecnoborgo e Tidone Energie e, come tutte le attività proposte dal Teatro Stabile di Innovazione diretto da Diego Maj, il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello Spettacolo e della Regione Emilia Romagna.
In scena accanto a Leo Gullotta, Carlo Valli e Antonella Attili con Gianni Giuliano. La regia è di Fabio Grossi, le scene e i costumi di Luigi Perego, le musiche di Germano Mazzocchetti, le luci di Gigi Saccomandi.
La commedia è tra le più rappresentate e meglio accolte dal pubblico, probabilmente per le sue esteriori apparenze di pochade che ne nascondo l’intima drammaticità e il suo più valido e intrinseco significato: quello di una satira graffiante delle ipocrisie e del perbenismo borghese, satira che la rende attuale ancora oggi a ottantacinque anni di distanza. Tratta dalla novella Richiamo d’obbligo fu rappresentata per la prima volta nel maggio del 1919 dalla compagnia di Antonio Gandusio, e ben presto tradotta e messa in scena anche all’estero: in Spagna, Polonia, Ungheria, ma anche a Berlino e a Praga, ad Atene e a New York, e nel 1931 a Parigi con Marta Abba. Un successo insperato, visto il dissenso della “prima milanese” e la rimozione dalle scene italiane durante gli anni del fascismo, di questo testo considerato “triviale”, anche se, nel 1922, il critico Silvio D’Amico esprime un giudizio favorevole: “Tutto è trattato con spirito originale, e in tutto s’avverte un sapore acre e nuovo non conosciuto nel nostro teatro prima che Pirandello v’apparisse”. Ma dagli anni Cinquanta, “l’iniezione di veleno” di quest’opera, considerata da Pirandello stesso “una delle più feroci satire che siano mai state scritte contro l’umanità e i suoi valori astratti”, non offende più ed è un susseguirsi di successi.
L’intreccio è molto semplice: il “trasparente” professor Paolino (l’uomo), un insegnante onesto e rispettabile, dopo aver reso madre “la virtuosa signora Perella” durante una delle frequenti assenze del marito ammiraglio, costringe quest’ultimo, infedele e insensibile al fascino della moglie, e perciò definito “la bestia”, a compiere – contrariamente al suo solito – il proprio dovere coniugale: mezzo per raggiungere tale scopo una torta afrodisiaca appositamente preparata.
In un susseguirsi di scene non prive di angosciosa suspense per i due amanti, la vis comica di Pirandello emerge pienamente: il nascituro avrà un padre legittimo, la virtù della signora Perella e la rispettabilità del professor Paolino continueranno ad essere inattaccabili.
«Dopo molti anni di avveduta considerazione, sono arrivato a raccontare, sulle tavole di un palcoscenico, quest’opera di Pirandello. In molti anni, molte attente valutazioni, tanti ricordi, m’hanno sempre di più avvicinato allo svolgere dei fatti di questa commedia: l’aver intravisto nelle qualità interpretative di un attore come Leo Gullotta, grande protagonista delle nostre scene, le sfaccettature del personaggio partorito dalla penna del grande autore agrigentino, m’ha dato la spinta propulsiva per cogliere l’opportunità, offertami dalla direzione del Teatro Eliseo, di dirigere la rappresentazione de L’Uomo, la Bestia e la Virtù.
L’Uomo, la Bestia e la Virtù è non solo occasionalmente del 1919, nel senso che non è soprattutto la commedia di un dopoguerra: con i valori che saltano, scoppiano e si capovolgono. Ma non è esatto assentirla solo come una commedia: essa è “una tragedia annegata in una farsa”, per usare parole già dette, che da una parte ha ben presente il teatro di pochade fine secolo e i suoi meccanismi: le corna, l’enfant-terrible, il rispetto superficiale delle convenzioni che si risolve in cinismo, il pranzo continuamente interrotto, ma che, dall’altra parte, sa correggere l’astrazione di una pura meccanicità. E poi la tragedia, annegata in questo già sapido gioco. Una tragedia che ha le risonanze più tese della parola pirandelliana: conflitto tra essere ed agire, ed anche, alla fine, un rapido e comico gioco delle parti».
Fabio Grossi
Per informazioni: Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, Biglietteria 0523.315578, Uffici 0523.332613
Leo Gullotta è anche il protagonista del prossimo appuntamento di “DITELO ALL’ATTORE – Incontri con i protagonisti della stagione di prosa del Teatro Municipale”: mercoledì 21 novembre alle ore 17.30 al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza l’attore incontrerà il pubblico. In forma smagliante nella sua interpretazione del Signor Paolino in “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello, diretto da Fabio Grossi e prodotto dal Teatro Eliseo, Gullotta sarà intervistato dal critico teatrale Enrico Marcotti.
Tra le attività collaterali della stagione di prosa del Teatro Municipale di Piacenza “Tre per te”, la quinta edizione di “Ditelo all’attore” si inserisce nel programma “InFormazione Teatrale 2007” curato da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
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