(Panorama) Clarview Crips, Crazy Dragons Killers, Indian Posse. La lista potrebbe continuare per decine di righe. Ma non siamo dentro un film d’avventura. Questa è realtà, anche se si fa fatica a immaginare che sia la realtà quotidiana di un paese conosciuto in tutto il mondo per la civiltà della sua gente e per le possibilità che ancora offre a migliaia di emigranti ogni anno. Il Canada, secondo il dipartimento di Public Safety del governo, è infatti al secondo posto dopo gli Stati Uniti per
numero di gang presenti e relative attività criminali
con più di 400 bande. Un problema che sta diventando un’emergenza. Di questi giorni a Montreal è il dibattito sulla possibilità o meno di istituire una taskforce predisposta esclusivamente all’argomento come già è stato fatto, e con successo, nell’anglofona
Toronto. Come a Los Angeles e a Chicago, nelle più importanti metropoli del paese il cui simbolo resta pur sempra la pacifista foglia d’acero si comincia a morire sulla strada. Nel 2005 il massacro più feroce. Quello di Yorke Street a Toronto, dove per uno scontro tra bande rivali in pieno giorno nella via dello shopping perse la vita una ragazza che per caso passava di lì.
Ma a colpire l’opinione pubblica è il fatto che a farsi la guerra tutti i giorni e a dividersi cospicue fette di criminalità siano ormai giovani dai quindici anni in su, canadesi a tutti gli effetti, anche se con origine miste: filippini, cinesi, haitiani. Ma anche tantissimi nativi, discendenti di quegli indiani che abitavano il Canada prima ancora dell’arrivo degli Europei. Native Sindicate, Indian Posse, questi i nomi delle loro gang, altri ancora non sono riusciti neanche a darsi un nome. Però ci sono e colpiscono. La più famosa è quella che ha base sia a Toronto che a Montreal, gli Hells Angels, i suoi adepti girano solo in moto, spacciano droga, commerciano armi e ammazzano senza pensarci tanto sopra. La regione dell’Ontario ha stanziato l’equivalente di più di ottocentomila dollari Usa per prevenire e controllare il fenomeno nei prossimi due anni. Montreal spera di avere presto gli stessi strumenti.
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