banda http://blografando.splinder.com

martedì 20 novembre 2007

Stipendi al ribasso. In cinque anni persi 2 mila di euro.

Un contribuente con moglie e figlio a carico e un reddito di 25 mila euro per effetto della riforma delle aliquote Irpef dovrebbe avere un vantaggio di 444,73 euro rispetto al 2006. Ma bastano leggeri aumenti dei tributi locali, da parte di comune e regione, per vedere dissolversi quasi 150 euro.
(Panorama) Che con lo stipendio di una volta si riesca a fare sempre meno sembra ormai una di quelle considerazioni pari al “non esistono più le mezze stagioni”. Che in fondo è anche vero.

Com’è vero, stando a quanto emerge da uno studio dell’Ires-Cgil, le retribuzioni di fatto hanno perso tra il 2002 e il 2007, 1.210 euro. Ai quali va aggiunta la perdita derivante dalla mancata restituzione del fiscal drag, per un totale di 1.896 euro in meno, in cinque anni.
Lo studio (qui il .pdf) sottolinea che la perdita maggiore si è registrata tra il 2002 e il 2003, mentre dal 2005 il potere d’acquisto ha in parte recuperato terreno. Se si considera invece il periodo tra il ‘93 e il 2006 si vede che le retribuzioni di fatto hanno mantenuto il potere d’acquisto rispetto all’inflazione registrando una crescita annua del 3,4% a fronte del 3,2% medio nel periodo. In questo lasso di tempo quindi, se non si è perso terreno complessivamente rispetto all’inflazione, non c’è però stata neanche una distribuzione dei guadagni di produttività.

Insomma, negli ultimi quattordici anni le nostre buste-paga non hanno guadagnato nulla rispetto all’inflazione da una parte per colpa di un indice dei prezzi programmato sempre più basso di quello effettivo, dall’altra in seguito ai ritardi nei rinnovi contrattuali, e ancora per la mancata restituzione del fiscal drag e per la redistribuzione della produttività.

L’andamento risulta differente da settore a settore. Se infatti i lavoratori delle amministrazioni pubbliche hanno visto un lieve aumento dei salari reali rispetto all’inflazione (+3,6% medio annuo rispetto al 3,2% dell’aumento dei prezzi) le retribuzioni di fatto dei metalmeccanici hanno a malapena mantenuto il potere d’acquisto (3,2% annuo, esattamente come l’inflazione) mentre le retribuzioni del credito e delle costruzioni hanno perso terreno rispetto al costo della vita (3,1% anno il credito e 3% le costruzioni sempre a fronte del 3,2% dei prezzi).

“Purtroppo sono dati che presentano una continuità” ha detto il segretario generale, Guglielmo Epifani “da tempo diciamo che i salari perdono potere d’acquisto. Abbiamo una crescita bassa, produttività bassa e salari bassi. Il Paese si dovrebbe porre il problema di una nuova politica dei redditi”.

Sphere: Related Content

Nessun commento: