(L'orizzonte degli eventi) Visto che il partito stava invecchiando, Silvio Berlusconi deve aver pensato: dopo essermi fatto liftare il liftabile in faccia, un ritocchino anche lì ci vuole.
Via le maniglie dell’amore di Bondi, le zampe di gallina di Cicchitto e una tiratina dietro alle orecchie di Bonaiuti. Una rinfoltita anche alla chioma di Schifani, una liposuzione alla Bertolini, una ripresa al rosso trota della Brambilla e i segni del tempo spariranno per magia. Per qualche giorno vedremo un partito girare con la bandana per nascondere le cicatrici ma cosa vuoi che sia. Per esser belli bisogna pur soffrire.
Si cambia anche il nome e qui sono contenta perché "Partito del popolo italiano delle libertà" che inevitabilmente dovrà essere accorciato in qualcosa di più tascabile altrimenti come PDPIDL diventerà impronunciabile, è sicuramente meglio di quell’orrendo “Forza Italia” che se scomparirà per sempre sarà solo un bene per l’umanità. E’ vero, potrebbero ancora chiamarlo “Forza Popolo” ma speriamo che questa volta Dell’Utri non dia consigli ai creativi.
L’annuncio del nuovo, si fa per dire, partito l’ha dato lui in persona, dai gazebo della libertà dove sono state raccolte le firme per “mandare a casa Prodi”. Più che una raccolta firme sembrava Telethon, con il contatore che girava forsennatamente, o il miracolo della moltiplicazione dei pani e delle firme. Sette milioni di firme e sette milioni di euro, come minimo, raccolti dalle scarselle dei forzitaliani. Mica male per un fine settimana.
Attendiamo con ansia il coro degli scandalizzati di centrodestra che già si esibirono gridando al furto dalle italiche tasche quando l’Unione raccolse un euro da ogni votante per le primarie.
Non ci illudiamo di sentire da TeleRiotta o TeleMazza sollevare qualche dubbio sulla regolarità della raccolta e il vero numero di firme, come fanno i giornali stamattina e non crediamo che qualcuno farà notare, dagli schermi LCD o dai tubi catodici, come gli italiani siano più di 57 milioni e chi ha firmato sia dopotutto una minoranza. Lui, il grande piazzista illusionista forzista riuscirà a farci credere che 3 o 7 o 10 milioni siano la maggioranza degli italiani. La sua forza è l’abilità con la quale mente e la creatività con la quale scardina le certezze matematiche.
Il restyling della libertà però non ha convinto Gianfranco Fini e lo capisco. Non ha convinto nemmeno Casini e Bossi, per la verità, ma sono dettagli. Fini studia da leader del centrodestra da troppo tempo, e ora che si è fatto una nuova famiglia ed è in vena di novità a tutto campo non può che sentirsi stizzito da questo fastidioso riciclaggio di partito dove la scatola è nuova ma il contenuto sempre lo stesso.
Berlusconi non vuole levarsi di torno, insiste nella sindrome del “faso tuto mi”, fa e disfa come se fosse l’unico padrone del centrodestra, ha ridotto i suoi discorsi ad un disco rotto di propaganda da quattro soldi. Sa benissimo che Fini avrebbe più successo di lui come leader del centrodestra e in fondo cerca di fargli le scarpe, andando ad ammucchiarsi con Storace e compagnia bella. E’ un bel pasticcio, perché Fini potrebbe benissimo fare un partito unico con gli altri moderati di centrodestra, avendo un gran successo, ma con Forza Popolo contro come si fa? Berlusconi è un doganiere che ti sdogana, si ma poi si piazza in casa tua, mangia alla tua tavola, dorme nel tuo letto e ti scopa la moglie. Non te ne liberi più.
Convinto com’è di fare la cosa giusta e condannato a tenersi a galla aggrappandosi al salvagente del potere, Berlusconi torna alle origini e tenta di venderci un nuovo aspirapolvere ma, non contento, riuscirà a far stipulare anche qualche polizza capestro agli alleati. Qualcosa si inventerà per piazzare ancora le sue spazzole rotanti e il levapelucchi in omaggio. Avete dei dubbi?
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