Una moda giovane che, come un odierno abitante del paese dei Maramei spinge noi, attuali Dorothy del Kansas, a seguirlo non tanto lungo un sentiero dorato, ma rosso, colore leader della maison. Ed è appunto dai colori che si parte per analizzare questa collezione. Un vero e proprio arcobaleno pluricromato dove accanto ai sempre attuali bianchi, neri e grigi, si accostano l’azzurro, il giallo, il rosa, mischiati, confusi e miscelati addirittura nello stesso capo, come per esempio nel pantalone. C’è da annotare, inoltre, l’assoluta presenza del bottone, sparso in po’ ovunque nelle giacche, anche in posti decisamente inutili con il rischio di appesantire e non di poco il capo. Tutta la collezione sembra essere senza forma, come concepita in un’idea di comodità.
Ma la libertà di movimento, poco si sposa con le canotte lunghissime grigie che richiamano il ricamo delle antiche maglie di ferro medievali. Armand Basi, sceglie infatti tessuti atipici per questa collezione, plastificati e “impreziositi” con borchie tonde che luccicano sotto i flash. Ricerca il “bobby” (nello slang londinese significa “poliziotto”) che c’è in noi e cerca di portarlo al mare facendogli indossare sandali dai colori più vivaci che mai oppure pantaloncini e pantaloni alla pescatora che, quando sono bianchi, sono anche tremendamente trasparenti. Non spiccano neanche le cinture, troppo femminili e appariscenti per un uomo. Insomma, nonostante lo sforzo di utilizzare principalmente la tinta unita Armand Basi non offre nulla di nuovo all’individuo moderno. Forse, dovrebbe imparare l’arte della sottrazione, piuttosto che dell’addizione.
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