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giovedì 15 novembre 2007

Padova: Uomini sui tacchi a spillo, apre il cabaret "Queens".

(Claudio Malfitano - Il mattino di Padova) Uomini sui tacchi a spillo. Per gioco, per divertimento, per fare spettacolo. Anche Padova avrà il suo locale di «drag queen»: ogni sabato infatti ci saranno tre spettacoli al «Cabaret Queens» di via Ricci, dietro la Fiera. Un locale in cui si gioca con l’ambiguità, ma non a fini sessuali. Una «Cage aux folies» in salsa veneta. Loro, le protagoniste degli spettacoli, hanno nomi e vestiti esagerati: una femminilità portata all’estremo, fino alla comicità. Linda, Fedra, Nanà, Gerbera, Windy, Denise Fashion, Lana Queen, Donna Friends: saliranno sul palco riprendendo canzoni e cantanti famose. Soprattutto icone della comunità gay: dalle più recenti, come Madonna, Kylie Minogue, Paola e Chiara, fino alle più «datate»: Gloria Gaynor, Dalida, Raffaella Carrà. Di solito si comincia per gioco, alle feste di amici o ai compleanni. Poi ci si fa prendere la mano, tra vesitti, parrucche e un pesante fondotinta che nasconda la pelle del viso ispida per la barba. La più grande difficoltà? Trovare tacchi a spillo che calzino numeri oltre il 42. C’è chi ha fatto carriera, come Platinette e Billy More, le drag padovane invece di giorno fanno lavori normali. «Ogni settimana ci saranno numeri nuovi. E spesso avremo anche ospiti da altre regioni - racconta Fernando Gardin, il titolare del locale - Numeri non solo per un pubblico gay, ma per tutti coloro che vogliono trascorrere una serata divertendosi, all’insegna della diversità». Il «Cabaret Queens» apre ogni sabato dalle 22, il primo spettacolo è alle 23.30: c’è una zona bar e uno spazio con disco-music anni’70,’80 e’90. Si accede con tessera Asi. «Ci stiamo attrezzando anche per ospitare cene su prenotazione - aggiunge il titolare - Magari feste di laurea o di addio al celibato». Un locale analogo in Italia esiste solo a Milano, e si chiama «Strass». Esiste poi anche la versione femminile, i «drag kings», donne che si travestono da uomini. Spopolano nelle metropoli americane e nelle capitali europee. Arriveranno anche nella città del Santo?
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film e le canzoni d’obbligo per una drag che si rispetti Il vizietto, Priscilla e gli Abba.

All’inizio fu «Il vizietto»: era il 1978 quando una splendida Zazà, interpretata da Michel Serraul, portò sugli schermi di tutto il mondo il personaggio della «drag queens». E nella pellicola di Eduard Molinaro, che ha come protagonista Ugo Tognazzi, il «vizietto» non è l’omosessualità, ma l’attrazione di uno dei due protagonisti gay per una donna.

All’inzio degli anni’90 le drag queens spopolarono poi sul grande schermo grazie a un film australiano, divenuto in poco tempo un must della cultura camp: «Priscilla, la regina del deserto». Non c’è drag al mondo che non sogni di attraversare il deserto australiano su di un enorme tacco a spillo montato sul tetto di un torpedone rosa.

E due canzoni non mancheranno mai nel repertorio di una drag queen che si rispetti: «I will survive» di Gloria Gaynor e «Dancing queen» degli Abba, divenuta un vero e proprio inno quando Kylie Minogue la cantò, all’apertura dei giochi olimpici di Sidney nel 2000, attorniata da un centinaio di drag queens. Ironia della sorte, il gruppo svedese la cantò per la prima volta alla vigilia del matrimonio di re Carlo XVI Gustavo di Svezia. (c.mal.)

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1 commento:

Unknown ha detto...

Ci sono stata ed e' un locale che merita tantissimo e ci torno appena posso.
En travesti naturalmente.
Vostra Evi