Un mistero ancora senza soluzione.
(Il Giorno) Stanno seguendo tutte le piste, eppure c’è il rischio che resti un delitto senza colpevoli. Hanno verificato ogni traccia, ma l’esito è stato sconfortante. Hanno chiesto e ottenuto persino i tabulati telefonici di tutte le chiamate fatte dai cellulari presenti nella zona dell’omicidio, a quell’ora di notte. Ma ormai solo un mezzo miracolo - o un colpo di fortuna - sembra poter aiutare gli inquirenti a dare un volto e un nome all’assassino di Maurizio Oldani, il commercialista ucciso 5 mesi fa sotto casa sua, in zona Porta Tenaglia. Un «marsupio» e un orologio che aveva addosso la notte in cui venne ferito mortalmente, non sono stati ritrovati vicino al suo corpo. Un indizio che potrebbe far supporre che Oldani sia rimasto vittima di un rapinatore. Una pista differente da quella perseguita nell’immediatezza, quella dell’ambiente gay. Anche se l’una non esclude l’altra. E dunque tutti i moventi continuano a restare possibili. Quel che è certo, però, è che la soluzione del giallo sembra sempre meno probabile per assoluta mancanza di possibili autori del delitto. Chiunque, quella notte, avrebbe potuto avvicinarlo e colpirlo, magari per rapinarlo oppure in seguito a una discussione per motivi diversi. Chi lo ha fatto, è sfuggito alla vista di qualunque testimone e di ogni telecamera.
IL 47enne commercialista, conosciuto in zona anche come dirigente della Margherita, venne ucciso all’alba di domenica 3 giugno. I risultati dell’autopsia rivelarono segni inqeuivocabili di violenza sulla nuca e sulla fronte. Qualcuno lo colpì con un pugno fino a gettarlo a terra e fargli sbattere violentemente la testa sul marciapiede. Tanto violentemente da sfondargli la scatola cranica al punto da provocare la parziale fuoriuscita di materia grigia. Verso le sei del mattino, quando un passante notò il corpo del professionista immobile sul selciato, la vittima era incosciente ma viva. Venne portato a sirene spiegate al Fatebenefratelli e questo particolare ha impedito che gli investigatori potessero accertare con esattezza la posizione del corpo. Inoltre, la pioggia e il troppo tempo passato prima di compiere i primi rilievi impedirono agli uomini della Scientifica di individuare tracce, impronte, indizi fondamentali per la soluzione del caso. Un insieme di circostanze sfavorevoli che ora spiega il pessimismo degli investigatori sulla soluzione del caso, anche dopo aver raccolto decine di testimonianze sull’ultima notte di Oldani. Una notte movimentatissima e piovosa (era la cosiddetta «notte bianca») con tanti locali aperti e molta gente per strada. Nessuno è stato in grado di chiarire perché Oldani sia uscito da casa, in corso Garibaldi, dove abitano gli anziani genitori, senza cellulari, con pochi spiccioli e senza documenti e con una tessera di accesso a un club per soli uomini nascosta in un calzino. Forse non voleva essere riconosciuto, oppure prevedeva che avrebbe incontrato qualcuno di cui non poteva fidarsi ciecamente. Situazione che all’inizio avrebbe fatto privilegiare la pista genericamente «passionale».
Gli investigatori che hanno scandagliato la vita professionale e privata del commercialista non hanno però trovato nulla che possa spiegare l’omicidio efferato. Oldani era uomo mite, pacato, si dedicava alla politica senza fanatismi, dirigeva anche un’associazione di partigiani cattolici, frequentava chiese e oratori. E quasi nessuno che avesse mai sospettato una sua doppia vita che probabilmente aveva, sia pur coperta da un comprensibile riserbo: circostanza, questa. che forse ha impedito agli investigatori di sapere, conoscere e parlare con tutti gli amici più fidati e con i conoscenti occasionali della vittima. Anche il fatto che vivesse insieme ai genitori è risultato dal punto di vista delle indagini un ostacolo: in genere nell’abitazione delle vittime, così come nei cellulari o nella posta elettronica o nei conti correnti, si scovano una tale quantità di indizi che spesso diventano vere tracce da seguire con successo. Poche certezze quindi: c’è un buco di almeno tre ore nella notte di domenica durante le quali il povero Oldani deve avere avuto un «contatto» con il suo assassino. Forsen non sapremo mai il perché. L’ultimo tentativo degli investigatori, è stato quello di analizzare tutte le chiamate partite dai cellulari usati in quella zona a quell’ora, alla caccia di possibili indizi. ma anche questa carta della disperazione, sembra non aver portato ad alcun risultato.
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