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giovedì 15 novembre 2007

Negli Usa i gay fuori dal ghetto.

Gli omosex sono ormai integrati e nei loro quartieri approdano giovani famiglie etero.

(Irene Tenagli - La Stampa) Quest'anno niente festa di Halloween a Castro, il famoso quartiere gay di San Francisco. La tradizionale celebrazione era ormai diventata ingestibile, con 200 mila visitatori da ogni parte d'America, di cui molti non gay che venivano solo per curiosare e far confusione. Ma i motivi d'ordine pubblico sono forse solo la facciata di una questione piu' ampia che sta emergendo negli Stati Uniti. «Ma i quartieri gay sono passati di moda?», si chiedeva pochi giorni fa il New York Times. In effetti noti quartieri gay come lo stesso Castro, il West Village di New York, o West Hollywood stanno ormai diventando sempre più popolati da giovani famiglie etero, attratte dal loro clima eclettico, brioso e pacifico.

Recenti ricerche condotte negli Stati Uniti confermano questa tendenza e mettono in evidenza un fenomeno molto interessante. Le coppie gay sono aumentate del 30% rispetto al 2000, arrivando a quota 777 mila, ma questo aumento non è concentrato nelle solite poche aree e stati gay-friendly. Al contrario, esso è più evidente in Stati tradizionalmente poco aperti come Indiana, Iowa, Kansas o Wisconsin. Insomma, mentre la politica cerca di usare la questione gay come elemento di polarizzazione ideologica e politica, la società Usa sta cambiando, si sta abituando alle diversità e i gay stanno uscendo dai ghetti, si sentono sempre più tranquilli e sereni a vivere in comunità tradizionali e più periferiche. D'altronde i gay sono anche spinti a cercare nuovi luoghi e spazi perché i loro quartieri, man mano che sono diventati più belli e appetibili per le nuove famiglie, hanno visto lievitare i prezzi e sono diventati sempre più inaccessibili. Se si analizzano i dati sulla distribuzione geografica dei gay negli USA e si confrontano con l'andamento dei prezzi degli immobili si può vedere che la presenza gay è un forte indicatore del potenziale economico di un quartiere. Lo conferma un recente articolo dello studioso Richard Florida presentato e commentato dalla CNN secondo cui nelle comunità ad alta concentrazione di gay si registra un consistente aumento del valore delle case.

Ancora una volta negli Stati Uniti lo studio e l'analisi delle demografiche gay consente di identificare, capire ed interpretare importanti cambiamenti sociali ed economici, e di trarne indicazioni per elaborare nuove politiche di sviluppo urbano e di integrazione sociale.

Purtroppo in Italia non è così. La comunità gay in Italia esiste ma è invisibile perché nessuno sembra interessato a conoscere, capire, analizzare dinamiche ad essa collegate. Se applichiamo all'Italia la stessa percentuale stimata per gli Stati Uniti siamo di fronte ad una comunità di circa due milioni di persone, due milioni di italiani ignoti e ignorati dalla politica e dalla maggior parte delle istituzioni. Le ripetute richieste all'Istat di includere le coppie LGB nel censimento della popolazione sono cadute nel nulla. Eppure sarebbero dati così importanti per capire meglio le dinamiche della nostra società, del nostro territorio e anche della nostra economia.

Per esempio, utilizzando i dati, pur parziali, raccolti da un'organizzazione gay siamo riusciti a identificare interessanti dinamiche anche nel nostro paese, che hanno evidenziato come le città piu' gay-friendly siano anche le città più aperte per i giovani, per le nuove idee, e dove crescono di più e meglio le industrie tecnologiche. Ma questi risultati, pur importanti, non sono stati seguiti da una riflessione condivisa né è stato possibile condurre approfondimenti vista l'inesistenza di dati piu' completi e ufficiali in materia.

Nei pur bigotti Stati Uniti i gay stanno già uscendo dai loro ghetti, da noi devono ancora lottare per averli.

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