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giovedì 15 novembre 2007

Paolantoni: "In tre contro di me criminali disperati, pronti a tutto".

Il proprietario di Palombini, aggredito martedì sera alla Camilluccia: "Non parlavano italiano"

(Gabriele Isman - La Repubblica, edizione di Roma) «Queste persone sono criminali, ma soprattutto disperati, e quindi pronti a tutto. Sa, io una volta andavo a correre e facevo il giro dei ponti, ma ora evito. Mi limito al tapis roulant in palestra». Sergio Paolantoni, 47 anni, alla guida con il fratello Carlo dell´azienda di catering Palombini, a distanza di due giorni dall´aggressione di martedì sera racconta quei minuti di paura nella zona della Camilluccia.

Cosa ricorda?
«Sono arrivato a casa intorno alle 23, e ho parcheggiato la Mercedes in via Liuzzi, una strada privata in cui noi residenti siamo soliti parcheggiare. Mi stavo avviando verso il portone quando queste tre persone mi hanno aggredito. Dopo la prima botta in testa, non ho capito più molto, tra pugni e bastonate. So che parlavano tra loro, ma non in italiano, anche se non saprei indicare che lingua fosse».

Cosa le hanno portato via?
«Una borsa con 5 mila euro tra contanti e assegni, ed erano gli incassi del bar, e l´orologio. Il cellulare stranamente no, ma hanno provato a strapparmi la fede. Poi un inquilino, sentendo le urla ha chiamato la polizia e il 118, si sono accese le luci e i tre sono scappati, anche se ormai avevano già finito la loro opera».

Quindici giorni di prognosi per trauma cranico e ferite lacero contuse. È ancora spaventato?
«Noi facciamo tanto per la città, cercando di portare avanti anche nelle nostre aziende principi di onestà e correttezza, poi ti capitano questi episodi e ti rendi conto che il sistema di sicurezza è davvero fragile. Ho l´impressione che sia noi che loro, i criminali disperati, siamo all´angolo: noi che ci barrichiamo con le grate nelle case e loro barricati nella città che gli abbiamo lasciato. Posso raccontarle una cosa?»

Prego.
«Dieci anni fa all´Eur, dove abbiamo il bar più grande e la nostra sede, vivemmo un periodo difficile a causa di un grosso giro di prostituzione nel quartiere. Decidemmo di chiudere il bar alle 21 anziché alle 24. Ci chiamarono polizia e carabinieri chiedendoci di ripensarci, mantenendo l´orario lungo: "se chiudete anche voi, la zona protetta si restringe", ci dissero. E ci convinsero. Oggi all´Eur la delinquenza è certamente diminuita».

E quindi?
«Bisognerebbe cominciare ad accendere le luci, a dare più fiducia, le istituzioni devono essere più vicine. Il sindaco Veltroni, i presidenti Gasbarra e Marrazzo hanno fatto molto, ma da sole le istituzioni locali non possono farcela. Noi dobbiamo servire lo Stato, ma lo Stato ci deve tutelare»

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