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giovedì 21 agosto 2008

L'opinione: Prelati in movimento. Si cambia alla Cei?

(Lo Svizzero - Vivicentro) Se ne parlava, ma sottovoce, da qualche tempo, sia in Curia sia fuori. Dicevano, i così detti bene informati, che tirava aria di cambiamenti ai piani alti della Conferenza episcopale italiana per motivi piuttosto vaghi, forse per nascondere quello che inevitabilmente pensavano coloro che bene informati non lo erano affatto. E come per un effetto domino, monsignori e previtoccioli si guardavano bene dal fare le solite inevitabili deduzioni. Se n’è compreso il motivo quando si è saputo nome, cognome, incarico di colui che in qualche modo poteva essere sulla graticola delle sacre chiacchiere sul nome così inopinatamente tirato in ballo. Che era nientemeno che quello del segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori. È stato per lunghi e agitati anni l’'ombra del cardinale Camillo Ruini, che aveva presieduto il vertice episcopale d’Italia. E dunque, quei tali boatos tiravano inevitabili somme prefigurando chissà quali interpretazioni dalle suddette; le fantasie insomma che tengono banco anche in coloro che vestono il clergyman hanno cominciato a mulinare come trottole impazzite poiché ipotizzavano l’esistenza di un qualche repulisti fra coloro che avevano dato più che tutte e due le mani quando il “Grande Vicario” faceva il bello e il cattivo tempo non soltanto nel mondo ecclesiastico, ma perfino in quello politico, italiano s’intende.

Conclusioni di siffatte elucubrazioni: si cambia registro, riverite eccellenze. La possibile soluzione l’hanno tirata fuori quei “cervelli” di Curia che sono maestri nel risolvere i “pasticciacci brutti” che di tanto in tanto riemergono anche dietro il Portone di bronzo. Costoro hanno colto al volo una occasione tale da fare una frittata senza rompere le uova. Sapevano che il cardinale arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli, è stato ritenuto un porporato sin troppo “buonista” verso qualche pretino della sua diocesi accusato di trascorsi sia pure presunti di pedofilia, così come è capitato a non pochi vescovi e perfino a un cardinale statunitensi, quest’ultimo trasferito poi in Curia a Roma; dunque, un eventuale trasferimento per l’attuale arcivescovo fiorentino non dovrebbe provocare soverchie sorprese. Quanto al suo presunto successore, quegli stessi “cervelli” avrebbero pensato al segretario della Cei Betori, il quale potrebbe legittimamente ambire al cardinalato. Ma siamo ancora alle ipotesi del “cambio della guardia” al vertice della Conferenza dei vescovi italiani, soprattutto perché non si sa se papa Ratzinger sia stato informato dei maneggi nell’intera e complicata questione, per risolvere la quale ci vuole obbligatoriamente il suo placet. Per ora comunque non se ne parla neanche a livello di voci: mezzo Vaticano è in ferie e tutto il resto è silenzio. Da cui emerge la “mano tesa” verso un’Italia “diversa” dai soliti schemi tradizionali, oggi tale da indurre Ratzinger ad affrettare la visita ufficiale al Quirinale del 4 ottobre. È un segnale inequivoco che annuncia l’arrivo di un Tevere più stretto.

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