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giovedì 21 agosto 2008

Statuto Pdl, Della Vedova si auspica un salto di qualità democratico.

"Sia aperto, plurale, che comprenda lavoratori dipendenti e autonomi, imprenditori, credenti e non credenti, omosessuali ed eterosessuali, persone del nord e del sud".

(Dire) La ricetta per il Pdl? "Serve costruire non un partito che punta ad una identita' definita, confessionale o altro, ma un 'partito paese', che sia aperto, plurale, che comprenda lavoratori dipendenti e autonomi, imprenditori, credenti e non credenti, omosessuali ed eterosessuali, persone del nord e del sud". Lo spiega il deputato del Pdl e leader dei Riformatori liberali Benedetto Della Vedova, al microfono di Radio radicale.

Della Vedova si augura "che non vada perso l'impianto e l'imprinting berlusconiano sul nuovo partito: raccogliere energie, consensi, voti, che si basavano su una leadership forte e su un programma di governo che tendeva a includere e non ad escludere. Costruire un partito plurale e inclusivo e non identitario e chiuso. Fare diversamente- avverte- scegliere i valori e l'identita' valoriale, sarebbe un'operazione sbagliata e miope. Perche' in Europa i grandi partiti sono aperti". Per esempio, aggiunge Della Vedova, "nel Ppe certo ci si confronta innanzitutto con la Chiesa cattolica e i suoi valori, ma anche con la gran parte dell'elettorato, che spesso la pensa diversamente".
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Ndr. In pratica Della Vedova si auspica che oltre alla libertà il Pdl acquisisca anche democrazia? La vedo dura con i postfascisti e la chiusura della Lega, il vero azionista di maggioranza di questo governo.

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