Dal Pdl «Ma resto contrario all'istituzionalizzazione di coppie dello stesso sesso». An apre: possibile un leader gay. E arriva il plauso degli omosessuali. «Strappo» di Gasparri: no alle discriminazioni. Il via libera di Fini.
Intervista a KlausCondicio: l'unica condizione è che sia una persona capace e che sia scelto dagli elettori.
(Roberto Zuccolini - Il Corriere della Sera) Lo dice con convinzione: «Potrebbe assolutamente accadere tra qualche anno che sia un gay a guidare il Pdl. A condizione che si tratti di una persona capace e che sia scelto dagli elettori». Firmato Maurizio Gasparri, uomo politico che proviene da un partito, An, che in passato non è stato certo tra i più aperti sull'argomento. E invece Gasparri lo afferma tranquillamente, intervistato da KlausCondicio, trasmissione internet che si trova dentro You Tube: «Non sono assolutamente omofobo anche se resto contrario all'istituzionalizzazione della famiglia gay. Non importa che il leader del Popolo della Libertà sia una donna, un eterosessuale o un gay. Conta che sia capace politicamente. Se dipendesse da me, le donne avrebbero il 90 per cento dei posti disponibili, sempre se capaci. Ripeto: se gli elettori dovessero scegliere un leader gay, non ci dovrebbe essere nessuna discriminazione ».
Non solo, l'esponente di An accetta di parlare di tanti altri argomenti e ad un certo punto sentenzia: «Quando si fa politica può capitare di avere anche lunghi periodi di astinenza sessuale. Durante la campagna elettorale il sesso per un politico diventa veramente una cosa secondaria». Applaude all'uscita di Gasparri sull'omosessualità anche il portavoce di An, Andrea Ronchi: «Per noi non ci può essere alcun tipo di razzismo: nè per il colore della pelle, nè per le inclinazioni sessuali. Ciò che conta è la qualità della persona». E a chi gli ricorda che nell'98 Gianfranco Fini fece discutere affermando che un gay non può fare il maestro, risponde: «Era un'iperbole per dire che a scuola ciò che conta è l'educazione, il fatto che chi esercita quel mestiere non deve mai dimenticare che ha davanti a sé bambini e adolescenti da formare. E comunque, lo ripeto: siamo da sempre contro ogni tipo di discriminazione ». Reagisce da sinistra che l'Arcigay.
Addirittura con una nota ufficiale: «Accogliamo con soddisfazione ciò che dice Gasparri, vale a dire che un omosessuale possa diventare leader del centrodestra italiano purché sia una persona capace». Ma, con il suo leader Aurelio Mancuso, sottolinea anche che il «vero problema » sono «i diritti negati alle persone lgbt» (lesbiche, gay, bisessuali, transgender): «Ci fa sempre molto piacere quando esponenti della destra italiana esprimono concetti di buon senso, per altro tardivi rispetto ai conservatori europei. Anche se occorre ricordare che nel nostro Paese ci sono già stati Presidenti del consiglio omos essuali, ma nulla hanno fatt o per le persone del loro stesso orientamento ». Si chiede quindi a Gasparri, «se dovesse diventare capogruppo del Pdl al Senato», di impegnarsi «a dare seguito con un'efficace azione politica al superamento degli steccati ideologici nei confronti degli omosessuali, come si addice a un partito popolare europeo ».
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