(Sfera pubblica) L’effetto primarie è già svanito: il Partito democratico accusa una lieve flessione negli orientamenti di voto (dal 30 al 29%), ma resta ancora davanti a Forza Italia (segnalata al 28,5%). La vera novità delle ultime settimane è la Destra, che supera di nuovo la soglia del 3%, senza sottrarre consensi ad Alleanza Nazionale. È plausibile che Storace sia riuscito a motivare l’elettorato di destra, spinto all’astensionismo dal moderatismo di Fini su alcune tematiche.
Cdl saldamente in vantaggio. Dal punto di vista delle coalizioni, lo scenario non cambia: la Casa delle Libertà ha un margine del 3%, anche senza l’Udc. Nemmeno la Finanziaria ha saputo risollevare il consenso intorno al centrosinistra: la strategia comunicativa (e politica) mirante a riavvicinare gli elettori sinora non ha sortito effetti per l’Unione.
Di Pietro giù. L’Italia dei Valori perde l’1% nei sondaggi: le posizioni ondivaghe, tendenti verso il centrodestra, stanno costando caro a Di Pietro, il cui elettorato è attentissimo alla coerenza in politica. Il voto sul ponte dello Stretto e le eccessive tensioni create nella maggioranza dall’ex pm sono state manovre poco gradite.
Destra al 3,4%. Sin dalla nascita del movimento la Destra, i sondaggi hanno rivelato l’ampio spazio politico a disposizione di Storace: dopo l’assemblea costituente il nuovo partito si attesta al 3,4%, senza però intaccare i consensi di An (ferma all’11%). Tuttavia, l’ex ministro della Salute ha già avviato una campagna comunicazione molto aggressiva, che può erodere voti ad Alleanza Nazionale.
Grande Centro al 5%. Il progetto del Grande Centro, tanto caro a Casini e Mastella, parte con una base del 5% (Udc al 4,2% e Udeur all’0,8%). Nella rilevazione, però, non è compreso il fattore-Pezzotta che con il suo “movimento bianco” può sedurre parte dell’elettorato cattolico di Pd e Forza Italia.
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