«Ho provato imbarazzo e rabbia. È stato come toccare il fondo.
Oggi, però, ho la sensazione che la mia vita sia ricominciata». Pensate che stia parlando di un film?
di Paola Jacobbi su Vanity Fair n. 45/2007
...Nel film Sleuth - Gli insospettabili (in uscita il 9 novembre, ndr), lei pronuncia una battuta feroce e volgare sui giornalisti. Me la ripete?
«I giornalisti sono un mucchio di stuzzica-cazzi e bocchinari».
Scommetto che le ha fatto piacere essere «costretto» a pronunciarla per motivi di scena.
«Lo ammetto. Mi sono divertito».
... Perché, secondo lei, i mass media sono tanto interessati alla sua vita privata, compresi questi piccoli dettagli?
«Non ne ho la più pallida idea. E dire che ci sono così tanti attori e attrici in giro, più giovani di me, di cui occuparsi. Me lo dica lei, lei è i mass media».
Faccia un piccolo sforzo...
«D'accordo. Quando stavo divorziando da mia moglie c'erano dei rumors da seguire, poi quando stavo con Sienna tutti volevano sapere come andavano le cose, ma adesso?».
Ecco, appunto, adesso?
«Mi stanno addosso meno di prima. Però è bastato che una sera a Los Angeles uscissi a cena con Cameron Diaz perché scrivessero che siamo follemente innamorati. E che incontrassi un'amica in Germania perché fosse la mia nuova fidanzata (si trattava di Susan Hoecke, una ex Miss Berlino, ndr). È colpa mia se tra le mie amiche ci sono delle belle donne?».
Il punto più basso della sua difficile relazione con i media è stato il caso Daisy Wright?
«Sì».
Riassumo: era la baby-sitter dei suoi figli, tra voi c'è stato qualcosa, la ragazza ha spifferato tutto ai giornali e lei ha poi chiesto scusa pubblicamente alla sua compagna Sienna Miller. Come ha vissuto quel momento?
«È stato traumatico, deprimente. Ho provato imbarazzo ma anche rabbia, perché quella vicenda sembrava aver cancellato tutto ciò che di buono, per esempio nel mio lavoro, avevo fatto fino a quel momento. È stato come toccare il fondo. Ma, adesso, a oltre due anni di distanza, posso dire che questa vicenda mi è servita di lezione. Oggi mi sento stranamente libero».
Leggi l'intervista completa su Vanity Fair n. 45/2007
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