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venerdì 23 novembre 2007

Le votazioni di Arcigay Milano. Prima parte. Saltano gli altarini.

(Famiglia fantasma) Come sapete sono andato a votare per le elezioni della presidenza di Arcigay Milano.
Era necessaria la tessera, e la mia era scaduta…
Per regolamento, poi, era impossibile rinnovarla al momento della votazione. Così mi hanno detto che potevo recarmi nella sede di Arcigay (ma era molto lontana da raggiungere) oppure in un locale gay.
E così mi armo di coraggio e spiego a Riccardo che andrò in via Sammartini (la gay street di Milano, malfamata come non si addice ad una gay street, ma nessuno se ne cura) a fare la tessera. Lì è pieno di locali gay…
Entro in un pub, mi sembra un quasi-normalissimo bar. Ma lì non fanno la tessera.
Allora vado al famosissimo AfterLine, un posto dove ballare la sera… ma anche lì niente da fare. La tessera non si può fare.
“Devi andare in una sauna” mi dice. Ed è proprio così, altrimenti non c’è verso.
E così ho fatto: 10 minuti all’X-Club e passa la paura.

Ora io mi dico: quale è quella associazione che per fare la tessera devi entrare in un luogo di “apputtanamento” come direbbe la mia buona vecchia zia? Non ci si rende conto di quanto è assurdo tutto questo?

Qualunque persona che ragiona, ipotizzerebbe almeno due possibilità: nessuna certa, ma entrambe ragionevoli:

  • Arcigay è “collusa” con il locali gay, con i quali ha messo su una specie di cartello;
  • Dopo anni di inacuta politica, Arcigay è divenuta “vittima” dei locali gay, costretta a fare buon viso a cattivo gioco.

E più riesco ad informarmi, più propendo per la seconda.
Arcigay incapace di liberarsi di un cappio infamante, dunque.

Per essere un po’ più precisi, forse non tutti sanno che:

  1. Se fai la tessera in un locale gay, una piccola parte va ad Arcigay Nazionale, tutto il resto al locale. Niente, della mia tessera (circa 15 Euro), è andato ad Arcigay Milano!
  2. Arcigay, nonostante è fonte di denaro e di clientela per questi locali, non ha nessun “potere” su di essi. Tanto per fare un esempio, non può controllare questi locali, magari per verificare se educano alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, dicasi AIDS.

    Quindi, oltre il danno la beffa: magari ci sono dei locali che promuovono pratiche sessuali promisque e rischiose e socialmente dannose e questi locali prendono anche una provvigione dal circuito Arcigay. Bella roba.

Senza dubbio una situazione imbarazzante.
Secondo me se ne può uscire se ognuno di noi reagisce in modo costruttivo, ad esempio stimolando Arcigay alla trasparenza di cui ogni cittadino democratico ha tanta voglia.

E così quella stessa sera ho chiesto all’Arcigay Nazionale se era possibile avere una copia del bilancio.
Sono curioso di vedere un po’ di cose, tipo: quanto, degli introiti di Arcigay va a finanziare le sedi locali? E quanto, invece, i “locali” gay?
Poiché il neo confermato presidente di Arcigay Milano è anche il Tesoriere di Arcigay Nazionale… confido che riuscirò a farvi sapere.
Intanto, se volete potete richiedere il bilancio di Arcigay Nazionale ai seguenti indirizzi: tesoriere@arcigay.it , presidente@arcigaymilano.org , oppure info@arcigay.it

E ricordate: non bisogna essere etero per promuovere la trasparenza di una associazione utile e importante.

Buona militanza a tutti!

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