(Nove da Firenze) 1° dicembre, Giornata Mondiale per Lotta all’AIDS. Un appuntamento che ogni anno vede coinvolti nella Campagna mondiale contro l’Aids governi, agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni governative e non, vari attori della società e singoli individui. In questa data la Regione Toscana organizza insieme all’Azienda Sanitaria di Firenze un convegno tecnico scientifico “STOP AIDS. Keep the promise” all’interno del quale viene inaugurata una mostra fotografica sul tema dell’AIDS. Hanno collaborato a questa iniziativa le Società della Salute dell’Azienda Sanitaria di Firenze, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer e l’Istituto degli Innocenti di Firenze, che gentilmente ospita l’evento.
Testimonial d’eccezione è la scrittrice sudafricana Sindiwe Magona che da tempo lotta per il riconoscimento dei diritti del suo popolo e presenta in questi giorni il suo nuovo libro dedicato al tema dell’AIDS. L’Azienda Sanitaria di Firenze e la fotografa e giornalista Silvia Amodio hanno operato una scelta in controtendenza rispetto al tipo di comunicazione che solitamente viene proposto dai media. La scelta è stata quella di utilizzare splendidi ritratti per trasmettere un messaggio di forza e di speranza. I soggetti delle foto – donne, anziani, uomini, bambini colpiti dal virus hiv – appaiono straordinariamente “positivi” come sottolinea il titolo che, pur alludendo alla loro malattia, vuole di fatto riconfermare un modo diverso di essere e di affrontare l’AIDS nelle popolazioni colpite dal sottosviluppo. Lo scopo dell’iniziativa è quello di attirare l’attenzione su questo problema anche in Italia, dove l’epidemia, soprattutto a causa della scarsa informazione, è in aumento.
L’AIDS rappresenta una tragedia per tutto il mondo, solo l’anno scorso ha ucciso 2,9 milioni di persone. Ogni giorno nel mondo si infettano 13 mila persone, in Italia 10 sono i nuovi casi di infezione che si registrano quotidianamente, 40 milioni sono le persone che già hanno contratto il virus nel mondo. Ad oggi esistono 20 tipi di farmaci che contrastano la proliferazione dell’hiv. Degli 8 milioni di casi di Aids, solo il 25% dei malati assume la terapia. Il periodo di incubazione della malattia è in media di circa 8 anni, durante il quale il soggetto non presenta sintomatologia significativa. Per questo è necessario fare il test in occasione di comportamenti a rischio sociale. I ricercatori di tutto il mondo stanno ancora studiando e sperimentando una decina di vaccini, ma purtroppo non se ne prevede la disponibilità prima di 5/10 anni. Purtroppo si è dovuto constatare che l’evoluzione, la diffusione del virus e la possibilità di usufruire di terapie efficaci avviene in maniera profondamente diversa tra i paesi del Nord e del Sud del Mondo. Nei Paesi occidentali infatti, grazie all’accesso gratuito ai test, alle terapie, alla disponibilità di mezzi di prevenzione del contagio e alla drastica riduzione di contagio ‘verticale’ (cioè da madre a figlio), grazie al parto cesareo e all’utilizzo dell’allattamento artificiale, la situazione va positivamente modificandosi. Nei Paesi del Sud del Mondo invece, dove la profilassi, l’accesso al trattamento con farmaci antiretrovirali e le infrastrutture sanitarie sono inadeguate, l’epidemia sta stroncando milioni di vite, decimando fasce di popolazione in età produttiva e infantile attraverso la cosiddetta trasmissione ‘verticale’. La forte differenza che esiste tra il Nord e il Sud del Mondo non deve far dimenticare i problemi, presenti anche in Italia, legati alla discriminazione nei confronti delle persone sieropositive e alla persistente ignoranza riguardo alla possibilità di effettivo contagio nella vita sociale quotidiana.
A tutela del diritto alla salute, sia individuale che collettivo, si rende necessario sfruttare al massimo le occasioni per migliorare l’informazione sulla prevenzione del contagio e sul virus. Per questo non solo un convegno ma un progetto a cura di Daniela Tartaglia e dello studio di progettazione grafica ed architettonica SocialDesign che comprende una mostra fotografica, un’installazione video e un documentario, oltre a dei pannelli informativi sull’AIDS, che riportano l’attenzione sul problema in Italia.
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