La rivelazione durante il processo.
(TGCom) Prima di Dodi Al Fayed, morto con lei nell'incidente automobilistico di dieci anni fa a Parigi, Lady Diana ebbe almeno altri cinque amanti: a sostenerlo è stato l'avvocato Michael Mansfield, legale di Al Fayed, durante l'udienza all'Alta Corte di Londra, dove è in corso un'inchiesta pubblica sulle circostanze in cui la principessa e il suo ultimo "accompagnatore" morirono.
Degli amori di Diana si è parlato ampiamente durante l'interrogatorio del suo segretario privato, Michael Gibbins. L'avvocato Mansfield ha fatto quindi i nomi della guardia del corpo Barry Mannakee, dell'ufficiale di cavalleria James Hewitt, dell'antiquario Oliver Hoare, del capitano della nazionale inglese di rugby Will Carling e di James Gilbey, all'epoca capo delle relazioni pubbliche alla casa automobilistica Lotus. Dei cinque soltanto uno, James Hewitt, ha pubblicamente ammesso di avere avuto una focosa storia con Diana.
Nonostante si fosse ufficialmente separata da Carlo nel dicembre del 1992, la principessa aveva iniziato già nel 1985 a vendicarsi del marito che, fin dall'inizio, la tradiva con Camilla. La prima "sbandata" della principessa fu per l'agente di polizia Barry Mannakkee, sua guardia del corpo, e la relazione durò circa un anno. Lui morì nel 1987 in un misterioso incidente di motocicletta.
Fu poi la volta di Hewitt, che rimase in rapporti intimi con la principessa dal 1986 al 1989 quando subentrò brevemente Gilbey, intercettato mentre al telefono amoreggiava con lei chiamandola teneramente "Squidgy" (strizzolina). La prima metà degli Anni Novanta fu invece dominata dall'amore per il raffinato mercante d'arte Hoare, mentre nel 1995 subentrò la star del rugby inglese Carling, conosciuto in palestra.
Nel corso dell'interrogatorio Gibbins ha raccontato che fece pressioni su Diana perché nell'agosto del 1997 non andasse in vacanza assieme al playboy Dodi in quanto il padre, padrone dei grandi magazzini Harrods, era una figura "molto controversa" nell'establishment britannico.
Gli avvocati di Al Fayed hanno cercato di evidenziare al massimo la "disapprovazione" di Buckingham Palace nei confronti di Diana per sostenere la tesi che tentano di accreditare, e cioè che l'incidente nel tunnel fu architettato dai servizi segreti di Sua Maestà per uccidere la principessa e impedirle di sposare il musulmano Dodi.
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